REDAZIONE PRATO

Palazzo Pretorio. C’è il ritorno di Fiorello Tosoni

Da domani la mostra dedicata all’artista pratese 31 anni dopo la sua prima personale nel museo .

Da sinistra Giulia Ballerini, la curatrice della mostra «Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte»,. e la direttice del Museo di Palazzo Pretorio Manuela Fusi

Da sinistra Giulia Ballerini, la curatrice della mostra «Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte»,. e la direttice del Museo di Palazzo Pretorio Manuela Fusi

PRATO

A volte ritornano. Stesso luogo, stesse emozioni, ma con una rinnovata energia e vitalità artistica. Magari dopo aver fatto conoscere la propria arte a Tokyo, New York, Los Angeles, Parigi, Toronto, Stoccolma, Londra. Ma casa è casa e per Fiorello Tosoni non ci sono dubbi: è Palazzo Pretorio, dove nel 1993 espose e fu un successo tale che mille cataloghi andarono a ruba. Trent’anni dopo lo stesso museo gli dedica una mostra di oltre sessanta opere – i"Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte" - di cui è curatrice Giulia Ballerini che sarà inaugurata domani alle 17.30. "Un pittore all’antica ma calato nei tempi moderni", come lo descrive Ballerini che ha scelto di raccontarlo attraverso un percorso espositivo che si dipana dalla fine degli anni ’60, suddiviso in due sezioni ricavate dall’ala dell’ex Monte dei Pegni, l’una dedicata alla tecnica della sanguigna e mista, l’altra ai dipinti. "Il filo rosso che le unisce - spiega la curatrice - è l’altissima qualità delle esecuzioni e la raffinatezza del tratto all’interno di un lavoro eseguito sempre dal vivo, degno dei pittori della grande tradizione figurativa". Di questa carrellata di opere che rendono omaggio all’artista, classe 1939 ma sempre attento alla ricerca e al mondo contemporaneo (è presente sui social network), fanno parte delicate figure femminili dall’aspetto misterioso e raffinati paesaggi, come "La casa diroccata" immortalata agli inizi degli anni ’70, all’epoca in cui Tosoni era seguace del maestro fiorentino Pietro Annigoni. "É l’opera cui sono più affezionato per la difficoltà di esecuzione: quel casolare abbandonato lo vedevo tutte le mattine durante i miei viaggi da Prato a Firenze".

Un artista riconoscente verso la sua città, "la Prato che mi ha permesso di vivere del mio lavoro dopo aver passato momenti difficili, quando mi mancavano i soldi per andare a Firenze ai tempi in cui frequentavo l’Accademia delle belle arti". Con la personale di Tosoni, Palazzo Pretorio vuole così continuare a omaggiare gli artisti contemporanei legati a Prato. "Ritengo che le fonti orali siano uno strumento utile per le nuove generazioni – aggiunge la direttrice del museo Manuela Fusi - A corredo delle opere sarà possibile ascoltare un video in cui l’artista Tosoni racconta la genesi della sua arte".

Maria Lardara