LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Panno Casentino, il rilancio pratese funziona. Anche Gucci lo sceglie per scarpe e borse

La maison ha prodotto accessori di lusso per una collezione esclusiva. Dopo il salvataggio del gruppo Bellandi il lavoro non manca

I fratelli Maurizio e Luca Bellandi nella fabbrica del panno

I fratelli Maurizio e Luca Bellandi nella fabbrica del panno

Prato, 2 gennaio 2023 - Trenta chilometri di panno del Casentino consegnati negli ultimi giorni. In tutto, seicento pezze. Una corsa contro il tempo per onorare gli ordini e consegnare il prezioso tessuto color becco d’oca ai clienti, vecchi e nuovi, in giro per il mondo: dall’Arabia Saudita all’America. La rinascita della fabbrica-comunità di Soci, resa possibile dal gruppo pratese dei fratelli Maurizio e Luca Bellandi, sta nei chilometri di pezze da tessere e pure nelle vetrine delle boutique più esclusive dove Gucci propone accessori realizzati con il tradizionale panno del Casentino. In particolare, la maison della moda ha scelto il panno nella colorazione verde british per realizzare borse e particolarissime calzature per donna.

"Le pezze di tessuto le abbiamo realizzate nella nostra fabbrica e siamo felici di ammirare il prodotto finito secondo l’estro e la creatività di una grande maison dell’alta moda", commentano fieri Andrea Fastoni e Roberto Malossi mostrando le foto con gli accessori griffati. Sono loro il motore dello stabilimento dove lavorano diciotto maestri artigiani che tramandano un prodotto di nicchia, molto apprezzato all’estero.

Anche Gucci, dunque, punta sul panno del Casentino per affascinare, stupire, e conquistare nuove fette di mercato internazionale. E’ anche un segno di attenzione verso una produzione artigianale che vanta secoli di storia, resa unica dall’acqua del fiume Archiano che scende dalle montagne casentinesi e che nell’Ottocento fu convogliata nella fabbrica con un sistema ingegnoso di condutture. Il segreto del panno del Casentino sta proprio nell’acqua le cui peculiarità consentono di fissare il colore nel tessuto esaltandone la lucentezza e aumentandone la resistenza.

Il fatto che Gucci scelga il panno del Casentino per le collezioni moda, è il segno del nuovo corso nello stabilimento di Soci, dopo i mesi durissimi alle prese con la procedura di licenziamento collettivo decisa dai commissari liquidatori. A luglio non c’erano speranze: dipendenti senza lavoro e panno del Casentino destinato all’oblio. Oggi la ripartenza, con gli ordini che in otto mesi hanno superato il milione di fatturato conseguito del 2021. Nuove commesse, dopo il rilancio della fabbrica-comunità, frutto di un salvataggio condiviso da istituzioni, Regione in testa, la Cgil che ha seguito l’intera vertenza, esponenti politici e imprenditori. Proprio la mossa del gruppo laniero Bellandi di Prato (tra i maggiori clienti dello stabilimento di Soci) a fine ottobre ha consentito di salvare l’immobile sul quale pendeva la tagliola dei commissari liquidatori, sbloccando l’empasse per 18 posti di lavoro, un centinaio nell’indotto. Non solo: la condivisione della strategia di salvataggio tra pubblico e privato ha impedito di cancellare la storia di una vallata e la tradizione di un prodotto unico, portato alla ribalta internazionale dall’indimenticabile Audrey Hepburn nel cult "Colazione da Tiffany".

«Da quando siamo ripartiti le commesse sono aumentate, il lavoro non manca ma adesso è diverso perchè c’è la certezza di un futuro per tutti noi e per questo tessuto che non poteva essere cancellato dalla nostra storia. L’idea di poter ammirare nelle vetrine delle boutique il nostro tessuto fatto in questa fabbrica storica e trasformato dalle aziende specializzate nella creazione di capi di abbigliamento e accessori, ci riempie di soddisfazione e di orgoglio perchè tra questi macchinari, c’è il tesoro più grande: la dignità del lavoro e un prodotto che esiste solo qui", aggiungono Fastoni e Malossi. Resta il nodo dei rincari energetici con "bollette assurde alle quali dobbiamo fare fronte", lamentano i dipendenti della fabbrica. Una questione che potrebbe tornare sul tavolo della Regione che sulla vertenza del panno ad agosto aveva aperto un tavolo di crisi attorno al quale ha coordinato i protagonisti della vicenda e le iniziative che hanno sancito la fine di una brutta storia e un nuovo inizio.

Lucia Bigozzi