di Lucia Bigozzi
Il passo avanti ha una direzione, Firenze, e un imprenditore interessato a rilevare fabbrica e macchinari. Potrebbe essere l’epilogo che tutti auspicano nella tribolata vicenda del Panno del Casentino che rischia di sparire dalla storia della vallata e dala sua economia a fine settembre, se nel frattempo non sarà messa in campo un’operazione salvataggio, in grado di tutelare il lavoro di 18 dipendenti (un centinaio nell’indotto), gli ordini in crescita e la tenuta del Pil locale. Domani in Regione è convocato il tavolo istituzionale che al di là della forma, dovrà servire a delineare un percorso per evitare che la procedura di licenziamenti collettivi e lo svuotamento dello stabile attualmente nella gestione dei curatori fallimentari, cancelli tutto quello che ora c’è. Il passo avanti potrebbe essere il nome e l’intenzione di Bellandi, Gruppo laniero pratese e maggior cliente della fabbrica casentinese, di rilevare stabilimento e macchinari, ora che Aruba (aggiudicatario dell’asta nel 2018) ha rinunciato all’assegnazione dei lotti. "Al tavolo porteremo una lettera del Gruppo Bellandi nel quale viene confermato l’interesse, già a suo tempo manifestato, rispetto alla fabbrica e ai macchinari", spiega Roberto Malossi, amministratore unico dell’azienda casentinese. Insieme ai dipendenti si augura che "l’interesse del gruppo imprenditoriale possa rappresentare un punto di svolta nella vertenza e nell’incontro in Regione".
Oltre a Malossi, la Rsu e gli esperti della Regione, al tavolo siedono anche il segretario provinciale della Cgil Alessandro Tracchi e il responsabile del settore tessile-moda Alessandro Mugnai, i curatori che seguono la procedura. "Ci aspettiamo che sia data al gruppo Bellandi la possibilità di riaprire la partita sullo stabile che dovrà avere riusorse adeguate per eseguire i necessari interventi" argomenta Alessandro Mugnai: "Da questa vicenda abbiamo tutti compreso il valore della produzione per il territorio; ora serve che lo comprenda la Regione perché uno stato di crisi può diventare una rinascita non solo per chi crea un prodotto richiesto dai mercati internazionali". Da lunedì nella fabbrica di Soci si riaccendono le macchine "perché gli ordini non mancano e nei primi sette mesi dell’anno abbiamo superato il milione di fatturato, raggiunto in tutto il 2021", dicono Malossi e Andrea Fastoni, dopo aver consegnato ai clienti 30 chilometri di Panno (600 pezze) alla vigilia di Ferragosto.