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Addio al fondatore della "Bellandi". L’azienda salvò il Panno del Casentino

E’ morto Paolo Bellandi, aveva 88 anni. Il funerale sarà domani nella chiesa di Santa Maria della Pietà

Da sinistra Paolo Bellandi insieme ai due figli Luca e Maurizio

Prato, 18 dicembre 2023 - La città del tessile perde uno tra i suoi figli che maggiormente ha incarnato lo spirito imprenditoriale pratese e saluta Paolo Bellandi, scomparso a 88 anni. Fondatore della Bellandi Spa, oggi alla terza generazione con l’ingresso di una delle nipoti che affianca i figli Luca e Maurizio, Bellandi, perito tessile, è frutto di quella fucina di imprenditori che nel dopoguerra hanno caratterizzato la ripresa.

Bellandi avvia l’attività tessile nei primi anni Sessanta quando con apre una società per poi mettersi in proprio nel 1967. Uno dei suoi maestri fu l’ingegner Duccio Cangioli: Bellandi appena diplomato al Buzzi fece un’esperienza da stagista nel Lanificio Cangioli. Dall’azienda in via del Menichino nel ’67, Bellandi trasferì la produzione di tessuti in lana per cappotti da donna in via di Vittorio a Montemurlo per poi traslocare a fine anni Settanta in via dell’Industria, a Montemurlo (Manifatture lane Paolo Bellandi). Con la sua creazione Bellandi dà vita ad una delle aziende leader per la visione lungimirante sia sul fronte dell’export sia sul fronte della produzione di alta qualità di tessuti in lana con la predilezione per i mercati esteri, in particolar inglese. Bellandi ha affrontato le tante crisi che hanno attanagliato il distretto fino all’arrivo in azienda dei due figli negli anni Ottanta, che hanno portato innovazioni con nuove linee di prodotti e l’attenzione per altri mercati. La Bellandi è stata tra le apripista nella delocalizzazione con una fabbrica in Slovacchia per semilavorati. Uno sguardo aperto verso nuovi orizzonti appreso dal padre che fino a venti giorni fa è stato in azienda. Un dna genuino che si riscontra in altre operazioni (acquisizione della Duemilagori e creazione della Decobel) fino all’operazione di salvataggio del panno del Casentino un anno fa a seguito di pressioni di enti ed istituzioni.

"Il babbo è stato uno dei tifosi perché ci prodigassimo nel salvataggio di questa eccellenza – dice Luca – Riscontriamo con amarezza come le grandi promesse fatte da politica e istituzioni non hanno avuto alcun seguito".

Sa.Be.