REDAZIONE PRATO

Passate al setaccio altre 10 ditte Nessuna è in regola, un arresto

L’imprenditore cinese impiegava nella sua azienda sette lavoratori di cui 5 erano clandestini

Aumentano i controlli e le ispezioni della task force nel distretto pratese per il contrasto di un fenomeno in preoccupante crescita nel settore tessile che occupa in prevalenza lavoratori di nazionalità cinese. Nella prima settimana di luglio sono state 10 le aziende del settore manifatturiero messe sotto controllo dai tecnici inviati dall’Ispettorato del lavoro nazionale e dal suo direttore, Bruno Giardano (nella foto): in un’azienda tessile gestita da un imprenditore cinese sono stati trovati 5 su 7 lavoratori cinesi clandestini e senza alcuna tutela normativa ed economica. Arrestato il datore per occupazione di manodopera clandestina (oggi il giudizio per direttissima) e denunciati in stato di libertà i 5 clandestini per ingresso illegale sul territorio nazionale. Nel corso del sopralluogo, dicono dall’Inl, sono emerse anche carenze di sicurezza, l’attività è stata sospesa e sono state comminate sanzioni per oltre 20.000 euro. Nelle 10 aziende verificate, e tutte irregolari, sono state controllate le posizioni lavorative di 74 lavoratori del settore, di cui 1 cittadino italiano e 73 cittadini provenienti da Paesi extra-Ue, prevalentemente di origine cinese, di cui 30 completamente ‘’in nero’’ (tra essi, 12 senza permesso di soggiorno): sospese 14 attività, in 10 di esse la percentuale di lavoro nero era superiore al 10%, mentre in 4 la sospensione è stata determinata da gravi carenze in materia di sicurezza, infatti in 3 ditte non era stato mai redatto il Dvr (documento di valutazione della sicurezza), nell’ultima erano stati rimossi dai macchinari per la tessitura dispositivi di sicurezza.

I controlli andranno avanti anche nei prossimi mesi. E’ da un anno che l’ispettorato del lavoro nazionale ha varato la task force contro il caporalato eseguendo le verifiche in città quasi mensilmente.