Pecci, il conto da 190mila euro. È il costo del licenziamento dell’ex direttrice Perrella

La somma comprende chiusura causa di lavoro, mancato preavviso e compenso alla società che ha fatto la selezione per il nuovo direttore, che adesso è curatore di una mostra a Cuneo .

Il licenziamento di Cristiana Perrella è costato al Pecci 190mila euro. Il conto è presto fatto: i 125mila euro dovuti a Perrella in seguito alla trattativa extragiudiziale per chiudere la causa di lavoro da lei intentata dopo il licenziamento, i 24mila euro spesi per l’incarico a una società di cacciatori di teste per la selezione del nuovo direttore, i 40 mila euro versati alla stessa ex direttrice per il mancato preavviso. Sono tanti soldi. Sono quasi il 60% della perdita d’esercizio che il centro per l’arte contemporanea ha registrato nel 2022 (330mila euro); sono molto più di quanto il Comune versa ogni anno per le attività di Museo del Tessuto e Politeama (circa 170mila euro ciascuno) o della Camerata (150mila euro).

Sono ancora tanti i punti di domanda sul Pecci, al quale - è bene ricordarlo - il Comune assicura 1,2 milioni di euro l’anno solo per le spese correnti. Si attende intanto l’audizione del direttore Stefano Collicelli Cagol davanti alle commissioni cultura e controllo e garanzia del Comune. Il direttore è tornato dal viaggio in Brasile – era partito all’indomani delle lettere di licenziamento ai due dipendenti –, ma risponderà alle domande dei consiglieri comunali solo a fine mese. Nel frattempo di certo dovrà andare in Piemonte, visto che è il curatore della mostra "che sarà sarà", che il 23 settembre sarà inaugurata a Palazzo Re Rebaudengo, a Guarene in provincia di Cuneo (è curioso notare che fra le iniziative previste per il taglio del nastro c’è anche "Da urlo!", laboratorio a cura del collettivo pratese Kinkaleri).

"Ci rendiamo conto che, in un momento così delicato per il museo, abbiamo un direttore che prende 80mila euro l’anno, più 20mila probabilmente di premio, e trova il tempo di curare altre mostre in giro per il mondo piuttosto che lavorare - come dovrebbe - per il Pecci?". A chiederselo è il consigliere della Lega Marco Curcio che, dopo aver spulciato i bilanci del museo, ha già annunciato nuovi accessi agli atti per rendere pubblici altri numeri, altri costi.