
Un agente della polizia postale, corpo che è parte integrante nelle indagini
Dovrà rispondere anche di altri due reati l’agente di polizia municipale di Carmignano, accusato di detenzione e accesso a materiale pedopornografico.
In Procura della Repubblica a Prato subito dopo, le segnalazioni fatte alla Procura di Firenze e a quella dei Minorenni, sono state depositate dall’allora comandante della polizia municipale, Rolando Palagini due denunce: una per omessa custodia dell’arma d’ordinanza e una per peculato.
La vicenda, lo ricordiamo, è nata nell’ottobre scorso quando a causa di un virus informatico, un tecnico individuò dei “file sospetti“ nel computer che era in uso all’agente. Scattò una segnalazione alla procura competente, quella di Firenze per i reati inerenti alla pedopornografia. Il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti provvide a fare denuncia e l’agente fu immediatamente sospeso dal servizio.
L’indagine è stata poi affidata dalla procura fiorentina al comandante della polizia municipale e sequestrato il computer “incriminato“. Sul computer che l’agente utilizzava in ufficio furono trovati ben 153.347 file di immagini e 1117 file video.
Il materiale, rinvenuto nella cartella “Autovelox“ è stato scioccante: immagini e video pornografici con minori di anni 18 (in molti casi anche in tenera e tenerissima età), anche durante rapporti sessuali tra loro e con adulti, in scene di autoerotismo e di nudo. Nel frattempo, la procura di Firenze fece eseguire anche una perquisizione nell’abitazione dell’agente che vive in provincia di Firenze e furono attivati i servizi sociali, a tutela del nucleo familiare.
Il pubblico ministero Sandro Cutrignelli dopo aver esercitato l’azione penale, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’agente.
Durante l’indagine interna negli uffici della polizia municipale di piazza Matteotti è emerso che l’agente non custodiva in cassaforte, come previsto dal regolamento, la pistola d’ordinanza e per questo motivo si è arrivati alla denuncia. Oltre al contestuale ritiro dell’arma e alla perdita dell’indennità di agente di polizia.
L’accusa di peculato è relativa al fatto che il pubblico ufficiale ha utilizzato per scopi personali un bene dell’amministrazione quale il computer e la connessione internet. La data del processo non è ancora fissata. Il Comune di Carmignano, come già annunciato domenica, si costituirà parte civile al processo anche per verificare eventuali mancati controlli, a tutela della collettività e dello stesso corpo della polizia municipale.
M. Serena Quercioli