MARIA SERENA QUERCIOLI
Cronaca

Pellegrini di Prato in Galilea: "Preoccupati, ma stiamo tutti bene"

Un gruppo di 40 persone, guidato da don Cristiano D’Angelo, è atterrato sabato a Tel Aviv. "Proseguiamo con prudenza ma vogliamo restare"

Un’altra immagine dei pellegrini della parrocchia di Bonistallo in Israele, sul monte Tabor

Un’altra immagine dei pellegrini della parrocchia di Bonistallo in Israele, sul monte Tabor

Prato, 9 ottobre 2023 – Appena partiti per il pellegrinaggio in Terra Santa è scoppiato l’inferno in Israele. Don Cristiano D’Angelo, parroco di Bonistallo ed esperto anche dei viaggi nei luoghi della vita di Gesù, aveva organizzato con cura le tappe ma quest’anno il gruppo dovrà cambiare itinerario e rinunciare a Betlemme. C’è molta preoccupazione soprattutto da parte dei familiari dei pellegrini e dei poggesi ma il gruppo, composto in totale da 44 persone, ha deciso di rimanere. Sabato all’atterraggio all’aeroporto di Tel Aviv è arrivata la notizia dell’attacco sferrato da Hamas a Israele ma tutti hanno optato per restare e proseguire il pellegrinaggio spostandosi in Galilea dove hanno fatto tappa alla basilica dell’Annunciazione di Nazareth e sul monte Tabor. "Qui in Galilea – ha scritto ieri mattina don Cristiano sulla sua pagina social - al momento, la situazione è tranquilla. Proseguiamo con prudenza. Preghiamo per la Pace per questa martoriata terra. Scusate se non riesco a rispondere a tutti i numerosissimi messaggi che mi arrivano".

Il gruppo è quindi al sicuro. A Betlemme, invece dove la situazione è più critica, c’è una delle case delle suore Minime del Sacro Cuore di Poggio a Caiano. La Madre Generale, suor Annalisa Colli, è stata subito aggiornata dalle consorelle su come affrontano da sabato la quotidianità: "Le suore – spiega - vivono dentro la Natività in quanto una parte del convento dei frati è riservata ad abitazione delle nostre sorelle. Dalle 10 di sabato mattina la città di Betlemme è vuota: sono chiuse le scuole, i negozi poiché l’autorità palestinese ha intimato di chiudere tutto per la sicurezza. Betlemme è dentro il muro ma tutti vivono comunque un clima di tensione: sentono il rumore dei razzi che magari sono sparati in altra direzione, verso Gerusalemme, ma il rumore arriva sino a lì, così come si sentono gli scontri armati alla tomba di Rachele. Il muro in un certo senso chiude la città e protegge ma la situazione rimane tesa: dal movimento tipico dei paesi arabi si passa a questo silenzio irreale di una città che prima era piena di vita. Ora tutto è sprangato: le scuole, gli hotel, la Natività stessa e i pellegrini non la potranno raggiungere".

Nella casa di Betlemme ci sono tre suore: suor Faiza che arriva dall’Egitto, suor Maliny dello Sri Lakna e suor Marlene del Brasile. "La speranza – conclude suor Annalisa – è che la situazione vada a migliorare, ci aggiornano sempre e chiedono la nostra preghiera". Le Minime, lo ricordiamo, a Betlemme sono state chiamate dai Frati Minori della Custodia di Terra Santa con i quali collaborano sia per i servizi interni che per le attività legate alla parrocchia con particolare attenzione alle famiglie bisognose.