ROBERTO BALDI
Cronaca

"Per l’ultimo saluto è bastato un abbraccio"

Nella chiesa delle Carceri strapiena ieri l’addio a Franco Miliotti. Il ricordo dell’amico don Nedo Mannucci, vicario della diocesi

di Roberto Baldi

PRATO

C’era la Prato dell’imprenditoria, la città operaia che s’imbratta le mani nel lavoro, in tutti la tenacia di chi sa navigare con la vela rotta dai fortunali. E di fortunali ne aveva visti anche Franco Miliotti, 74 anni, il patron del gruppo Milior morto sabato in ospedale, insieme ai successi innovativi, mantenendo sempre, sia pure nella sua natura defilata anche nei momenti di massima affermazione, legami inscindibili. Dentro e fuori del tessile con spirito imprenditoriale autentico e con scelte coraggiose, non venendo mai meno a quell’afflato umano che riportava anche in altri ambiti come quello dell’Associazione ex allievi del Buzzi e del Museo del Tessuto.

A piangerlo, con altri amici della quinta B anno scolastico 1964, anche monsignor Nedo Mannucci, da oltre 20 anni vicario della diocesi, compagno di classe al Buzzi, prima ancora alle medie, che di Franco ha ricordato il saldo senso dell’amicizia, l’attenzione viva alla città, la forza di guardare avanti senza perdere la speranza, tirando fuori le energie migliori proprio a partire da un rinnovato senso di appartenenza alla nostra storia racchiusa nelle mura trecentesche della Prato antica. E’ toccato proprio al vicario officiante in una chiesa di Santa Maria delle Carceri gremita, con tante persone anche all’esterno, ripercorrere un cammino comune fino al giorno prima del decesso di Franco, salutato dal compagno di classe in ospedale in una sorta di benedizione dall’alto che ha coingiunto i due vecchi amici in un ultimo felice connubio che non presagiva il decesso dell’imprenditore tessile. "Il Signore ha voluto che tutto fosse riunito nel suo abbraccio", ha commentato dall’altare don Nedo, mentre dalle mascherine anticoronavirus dei tanti presenti alle Carceri scendeva qualche lacrima che la bellissima chiesa a croce greca, capolavoro architettonico di simmetria e proporzioni del Rinascimento, rendeva evidente gli uni dirimpetto agli altri in una simbiosi anche logistica.

"Avrò fatto tanta strada, avrò piedi stanchi e nudi, avrò amata tanta gente, avrò amici da ritrovare", ha ricordato il salmo della celebrazione. Franco da lassù ha cantato con tutti. "Era una persona tutta d’un pezzo, mancherà a questa Prato", ha detto fra i tanti Gigi Sguanci, presente alle esequie, professionista per anni dipendente dell’Unione industriale dove Miliotti aveva ricoperto incarichi importanti. E il saluto commosso dei familiari intorno al feretro è lì a testimoniare che le persone come Franco non muoiono mai.