
Riapre oggi in Toscana la pesca ai salmonidi, dopo il periodo di pausa imposto dalla legge per il rispetto della fase di riproduzione dei pesci. Quest’anno ad attendere i pescatori della parte alta dei torrenti, dove vivono i salmonidi, ci sarà una novità: il Prato Mosca Club, che gestisce la zona No Kill Trogola, ha infatti messo a punto un nuovo regolamento, adeguando il precedente a disposizioni già presenti in altre zone dove viene eseguito il "catch and release" (modalità per cui il pesce dopo essere stato catturato viene rimesso in acqua) e rendendo più restrittivo l’accesso ai vari tratti.
"La novità principale – ci ha spiegato Ivano Mongatti del Prato Mosca Club, associazione che gestisce il Bisenzio dal ponte di Trogola (o Taglianico) fino alla zona del Lago Verde e il tratto del Bacuccio fino alla confluenza col rio di Ceppeta, in un’area No Kill aperta solo alla pesca a mosca e da quest’anno anche alla tenkara – è che il torrente è stato suddiviso in 6 tratti, ciascuno dei quali non potrà ospitare più di un pescatore per volta. Al limite, c’è la possibilità di registrare fino a due accompagnatori per la stessa zona, visto che a molti non piace andare da soli, ma non potranno pescare contemporaneamente". L’obiettivo del nuovo regolamento è quella di tutelare un ambiente ancora molto integro e selvaggio e al tempo stesso offrire ai pescatori più tranquillità e certezza di catture.
"Da quello che abbiamo potuto osservare – prosegue Mongatti – la parte alta del Bisenzio è un ambiente sano e ben conservato, con presenza ittica piuttosto integra. E’ uno dei motivi, questo, per cui abbiamo deciso di non fare immissioni di avannotti, attività che potrebbe alterare una popolazione che si mostra in buon equilibrio".
Fra le altre novità, l’apertura alla tecnica "giapponese" della tenkara. Le giornate di chiusura nel tratto regolamentato sono il lunedì e il giovedì, il permesso è gratis e per la prenotazione resta attiva la modalità online. "Oltre che più semplice – conclude Mongatti – visto che già prima di partire da casa si sa se ci sono ancora permessi o meno, è una modalità anche più sicura, dato che i nomi di chi chiede il permesso arrivano direttamente ai carabinieri forestali e alla polizia provinciale".
Claudia Iozzelli