Pezzi. Storie d’amore e di musica. Al Garibaldi la mostra di Saielli

Settembre, Prato è spettacolo: martedì si parte, non solo con il concerto dei Cccp in piazza Duomo. Gli scatti in bianco e nero del fotografo pistoiese raccontano la storia del festival e due grandi passioni .

Pezzi. Storie d’amore e di musica. Al Garibaldi la mostra di Saielli

Il fotografo pistoiese Marco Saielli. In alto uno dei suoi scatti in mostra

Settembre, Prato è spettacolo: martedì si parte, non solo con il concerto dei Cccp in piazza del Duomo ma anche un appuntamento speciale allo spazio Garibaldi Milleventi. Nel foyer alle 19 sarà infatti Inaugurata la mostra fotografica di Marco Saielli dal titolo "Pezzi. Storie d’amore e di musica". Saielli è un appassionato fotografo che unisce magistralmente due grandi amori, quello per la fotografia e quello per la musica. Fin dal primo concerto del festival Saielli è stato compagno di viaggio, amico e valido professionista con il quale Fonderia Cultart ha collaborato e in questa mostra restituisce al pubblico parte dei suoi palpitanti scatti, in una serie di lavori che vedono protagonisti anche alcuni fra gli artisti che si sono esibiti in piazza Duomo in tutti questi anni.

Marco Saielli, pistoiese, inizia a fotografare nel 2000, soprattutto in bianco e nero, e nel 2004 decide di fotografare concerti, unendo così la passione per la musica a quella per la fotografia; lavora anche ad altri progetti e nel 2015 nasce "Il dragone al Primo Maggio" che fa parte della serie Affabulazioni, sempre su pellicola in bianco e nero, che nel 2019 sarà esposto a Matera, quell anno capitale Europea della Cultura. I suoi lavori mettono sempre al centro il fattore umano con una vena surrealista per raccontare storie in modo personale e originale.

Maurizio Rebuzzini, grande giornalista e storico della fotografia ha così scritto di questa mostra: "Ufficialmente, e perfino platealmente, si tratta di Storie d’amore e musica, così come dichiarato e specificato. Ufficiosamente, è addirittura di qualcosa di più e meglio: di un senso dell’esistenza condivisa, che non si esaurisce nel gesto fotografico originario (frequentare luoghi della musica in entusiasta partecipazione fotografica), ma si estende oltre, in una incantevole rilettura visiva". Non solo. "Sulla Fotografia, sull’esercizio della Fotografia sono stati riversati fiumi di inchiostro – ha aggiunto –. Eppure, ogni volta pare che ci sia ancora qualcosa di nuovo da dire, da scrivere. Dunque, da sola, questa osservazione basta per qualificare, quantificandolo, un fenomeno pressoché infinito: perché la ripetizione della Fotografia è parte integrante del compito stesso della Vita".