Minacciato di morte e aggredito per un debito di droga da 70.000 euro che avrebbe contratto con un potente boss spagnolo. Con le accuse di rapina aggravata e tentata estorsione sono finite in carcere cinque persone: la polizia ha eseguito la misura cautelare, emessa dal gip su richiesta della procura di Prato, nei confronti di due italiani, Gabriele Benedetti e Leonardo Dessii, originari di Pescia e residenti nel pistoiese, rispettivamente di 30 e 27 anni, un egiziano di 22 anni e due marocchini di 24 anni bloccati a Lucca. Per la procura pratese, che ha coordinato le indagini della squadra mobile, sarebbero responsabili di aggressioni oltre che di minacce di morte nei confronti di un giovane italiano, residente a
Prato per un debito di 70.000 euro, per una partita di 20 chili di hashish, nei confronti di un fornitore in Spagna. Atti intimidatori sarebbero stati rivolti anche verso la madre e la sorella della vittima, sempre allo scopo di costringere il pratese a restituire i soldi dovuti al boss.
L’inchiesta della squadra mobile è partita da due aggressioni, avvenute tra il 13 e il 15 febbraio di quest’anno. Un primo agguato sarebbe stato teso alla vittima in via Anzio a Prato da parte dei tre stranieri: l’uomo, che viaggiava in auto, sarebbe stato costretto a fermarsi e a uscire dalla sua Mini Cooper e poi essere colpito con calci e pugni al fine di indurlo a pagare il debito.
L’aggressione si sarebbe verificata – spiega in una nota il procuratore Luca Tescaroli – "in seguito alla veemente reazione della persona offesa che estraeva un’arma da fuoco, tipo scacciacani e un coltello per difendersi".
Due giorni dopo gli indagati e altre persone, a volto coperto, avrebbero fatto fatto irruzione nella casa dell’uomo sfondando la porta dell’appartamento, minacciando di morte "gli occupanti con un’arma da fuoco e, tenendo sotto tiro la vittima, la aggredivano violentemente con calci e pugni". In questa occasione gli aggressori avrebbero portato via un orologio del valore di 500 euro, un pc e contanti. Il tutto sarebbe stato ordinato dal boss spagnolo che avrebbe ingaggiato i cinque arrestati per riavere indietro i soldi della droga acquistata dall’italiano. Non è stato chiarito se la vittima sia, a sua volta, indagata per spaccio e quali fossero i canali che lo hanno portato fino in Spagna per acquistare il grosso quantitativo di stupefacente. L’uomo ha comunque precedenti specifici. Saranno svolti ulteriori accertamenti sulla rotta internazionale che dalla Spagna trasportava la droga fino in città. Nei prossimi giorni i cinque arrestati compariranno di fronte al gip Marco Malerba e, se decideranno di rispondere alle domande del giudice, potranno fornire ulteriori dettagli e chiarimenti.
Alle indagini hanno collaborato la squadra mobile di Pistoia e Lucca e il reparto prevenzione crimine di Firenze.
Laura Natoli