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Piscina di Iolo: l’ombra del vincolo "Demolirla? No, è un’opera rara"

Il fronte dei contrari: "Solo 1600 strutture al mondo realizzate con questa tecnica". Il Comune: "Approfondiamo"

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Proprio quando il project financing della nuova piscina olimpionica di Iolo è arrivato in Comune (realizzato da una ditta specializzata di Brescia), un nuovo problema sembra aleggiare sulla struttura natatoria che ha l’ambizione di diventare uno dei poli più importanti d’Italia, con un investimento da 16 milioni di euro. Il possibile intoppo si chiama ‘BiniShell’: si tratta di una tecnica brevettata negli anni ‘60 dall’architetto Dante Bini, che vanta 1600 esemplari in tutto il mondo. Uno dei quali si trova proprio a Prato, per l’appunto alla vecchia piscina di Iolo. La tecnica sfrutta la pressione dell’aria per realizzare costruzioni in cemento armato dalla forma sferica, proprio come avvenuto a Iolo nel 1976 su disegno dell’ex tecnico comunale Marco Meozzi. Adesso proprio quest’ultimo (ormai in pensione da dieci anni), di fronte alla possibilità che la vecchia piscina venga demolita per fare posto a quella nuova, si domanda perché "non si voglia tutelare un bene così raro nel mondo".

"Demolire la vecchia piscina di Iolo è un vero peccato", commenta. "In Australia simili costruzioni sono vincolate, in altre parti d’Italia vengono valorizzate, qui si progetta di demolirla. Eppure fino al 2019 c’era il vecchio progetto di ampliamento della piscina, che avrebbe unito la vecchia e la nuova struttura, salvaguardandone la storia e assicurandone la riqualificazione. Quella cupola così caratteristica avrebbe bisogno solo di manutenzione e di ritrovare il colore originale". Contro la demolizione della vecchia piscina di Iolo si è creato un movimento di professionisti, approdato sulle pagine della rivista specializzata Domus. E c’è chi sta preparandoe un libro a livello nazionale per parlare della necessità di salvaguardare queste strutture create con la tecnica ‘BiniShell’. E’ impossibile però non sottolineare le tempistiche con cui è nata questa forma di protesta, tra l’altro cavalcata pure da alcuni ambienti della stessa maggioranza e che fa ipotizzare che la vecchia piscina possa essere vincolata. L’ipotesi di stop, infatti, arriva proprio quando dopo anni c’è finalmente il progetto da mettere a gara. Una serie di coincidenze temporali che fanno domandare quanto sia realmente condivisa all’interno della maggioranza l’idea di investire 16 milioni di euro per la nuova piscina olimpionica. "Fra gli addetti ai lavori c’è rabbia per questa demolizione", conclude Meozzi. "E credo sia giusto che se ne parli in città, che ci sia una riflessione, evitando che vada giù nell’indifferenza generale". A difendere la bontà del progetto è l’assessore comunale Luca Vannucci. "Ho una sola certezza: che a livello sportivo la costruzione della nuova piscina sia un’operazione assolutamente da fare per il bene della città", commenta. "Io e il sindaco ne siamo pienamente convinti. Poi chiaramente tutti vogliamo rispettare le regole. Infatti ho immediatamente chiesto un approfondimento a livello tecnico, per capire se davvero ci siano vincoli. Cosa che a oggi non ci risulta". Vannucci spiega anche il perché il vecchio progetto di unire le due piscine sia stato accantonato. "E’ un piano che precede l’attuale legislatura. Gli uffici avevano fatto valutazioni da cui erano emersi costi molto importanti per la sistemazione totale della vecchia piscina. Quindi è stato deciso di costruirne una nuova. Comunque io mi limito alle valutazioni sportive, poi starà ai tecnici darcene di ulteriori".

Stefano De Biase