L’edizione 96 di Pitti Filati ha registrato un’affluenza di 2.850 compratori, dei quali 1.050 provenienti dall’estero, da più di 50 paesi. In mostra c’erano le filature italiane e internazionali, e le novità delle aziende di riferimento del mondo della maglieria, per un totale di 116 espositori, 29 provenienti dal distretto pratese. Complessivamente sono stati registrati circa 3.400 visitatori per una delle fiere di riferimento del settore.
"L’edizione estiva è sempre più debole, ma è comunque un’occasione per incontrare operatori importanti - interviene Raffaella Pinori, Pinori Filati -. Pitti Immagine è un concentrato di design, una vetrina per i più importanti brand del mondo. Un focus del segmento specializzato sulla maglieria che dal 2020 ha ripreso forza. Resta una fiera fondamentale, insieme agli altri appuntamenti fieristici Pitti Filati è una kermesse da difendere e alla quale è importante partecipare". A fare la parte del leone è stata l’Europa, debole la presenza di Giappone e Cina. "Siamo vivendo un momento particolare, dobbiamo monitorare i cambiamenti dal punto di vista internazionale per focalizzare le proposte e rendere la nostra proposta più attrattiva", aggiunge Pinori.
"I primi due giorni sono andati bene, forse il terzo un po’ più stanco dal punto di vista della presenze, ma è un dato assodato - interviene Federico Corrieri di Cofil -. I gruppi importanti a livello internazionale ci sono stati, le fiere sono un momento di confronto, un modo per mostrare le nostre campionature. La presenza in fiera costa alle aziende, ma anche viaggiare costa soprattutto in questo momento, quindi ben vengano appuntamenti come Pitti Filati dove siamo riusciti ad incontrare compratori anche di grandi brand americani. È ovvio che la stagione estiva incide in modo minimo sulla produzione, ma comunque è una vetrina dove è necessario esserci". Sul fronte delle presenze internazionali, si spiega da Pitti, hanno registrato performance in crescita Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, Portogallo e Belgio; numeri in leggera diminuzione per i compratori da Svizzera, Turchia e Cina. Nel ranking delle presenze internazionali si conferma in testa la Francia, seguita da Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Spagna, Svizzera, Turchia, Giappone, Cina, Russia, Portogallo, Belgio.
"Da queste tre intense giornate di lavoro è emerso un diffuso sentimento di fiducia, e gli operatori prevedono che nella primavera-estate 2026 - spiega l’ad di Pitti Raffaello Napoleone - si potrà consolidare un’inversione di tendenza nella moda i cui primi segni si sono già registrati in questo ciclo di presentazioni".
Vetrina d’eccellenza per un distretto a caccia di ordini, che arriva da mesi di crisi con all’orizzonte le incognite sul caro energia che torna a preoccupare gli operatori e sui dazi annunciati da Trump.
Si.Bi.