Prato, 25 gennaio 2025 – Il distretto di Prato partecipa alla 96esima edizione di Pitti Filati dal 28 al 30 gennaio alla Fortezza da Basso, dedicata alle collezioni primavera-estate 2026. Questa partecipazione avviene dopo un 2024 da dimenticare, ma con un rinnovato desiderio di reazione attraverso nuove strategie.
Certificazione e strategie di filiera
Una strategia vincente si sta rivelando la qualificazione collettiva della filiera con il progetto di diffusione della certificazione autonoma GRS nelle lavorazioni terziste locali, finanziato da Confindustria Toscana Nord. Come afferma Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Ctn: “In un quadro così incerto è fondamentale che le imprese tengano la barra dritta sulle scelte strategiche, e una di queste è quella legata alla qualificazione delle filiere.”
Un primo gruppo sperimentale di 25 aziende ha iniziato il percorso verso la certificazione GRS. Queste aziende sono assistite da un consulente per verificare la conformità ai requisiti richiesti per la certificazione. Oggi, quasi la metà di esse è in una fase avanzata o ha già ottenuto la certificazione, facilitando una tracciabilità più agevole dei prodotti.
Progressi del distretto di Prato
Alla kermesse fiorentina, il numero delle aziende pratesi è aumentato: 29 filature contro le 28 della precedente edizione del 2024. Il Centro studi di Ctn ha indicato che il 4° trimestre del 2024 ha registrato un aumento del 4,5% nei volumi di produzione di filati rispetto allo stesso periodo del 2023.
L’aumento dei volumi di produzione è stato in parte influenzato dall'alluvione che colpì molte aziende nel 2023, rendendo il termine di confronto poco significativo. Complessivamente, la produzione del 2024 ha registrato una contrazione del 4,5% rispetto al 2023, che a sua volta era in declino rispetto all’ottimo 2022.
Riflessi sull’export e sulla moda italiana
Per quanto riguarda l’export, i dati Istat per l'ultimo trimestre del 2024 non sono ancora disponibili. Tuttavia, da gennaio a settembre si è registrata una contrazione significativa del 14%. È possibile che il dato del 4° trimestre smorzi il declino, poiché il Centro studi rileva segnali positivi nel portafoglio ordini estero.
Il comparto della filatura non è immune dagli effetti della moda italiana, che nel 2024 ha risentito dello smaltimento dell’overstocking dei grandi marchi. Cambiamenti strutturali, come il riposizionamento delle catene globali del valore, potrebbero essere in atto, insieme all'alta pressione dei costi energetici, che pongono interrogativi sulla competitività dei prodotti italiani.
Gabriele Innocenti evidenzia anche le sfide a livello europeo, come le normative EPR e End of waste, sottolineando la necessità di seguire da vicino questi dossier grazie all’impegno dell’associazione.
Sguardo al futuro
Le previsioni per il 2025 indicano difficoltà sia per i produttori che per i clienti, anche se i dati mostrano una stabilità dell’occupazione. Ciò lascia sperare che i cali osservati siano, o auspicabilmente siano, temporanei.
S.B.