SILVIA BINI
Cronaca

Più di 20mila i blitz. Ora cambiare strategia

Gli industriali chiedono che siano messe in campo verifiche mirate, senza creare un "caso Prato" che nuocerebbe alla città e alle imprese sane. Romagnoli: "Un solo settore è colpito molto duramente" .

Fabia Romagnoli, vicepresidente Confindustria Toscana Nord interviene sul tema dell’illegalità

Fabia Romagnoli, vicepresidente Confindustria Toscana Nord interviene sul tema dell’illegalità

PRATO "Abbiamo un problema di illegalità che mina praticamente soltanto un settore economico costretto a subire un danno enorme di concorrenza e di immagine". Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord non nasconde l’esigenza di trovare una soluzione al fenomeno nocivo dell’illegalità economica che sta "minando la parte sana del distretto" oltre a creare un danno e una cattiva nomea di Prato a livello italiano e internazionale. "Le nostre imprese vengono visitate da parte delle aziende committenti che mandano ispettori solo perché quando sentono parlare di Prato le associano al sistema illegale e questo non fa bene alla nostra città e al tessuto economico", aggiunge Romagnoli che non vuole un "caso Prato", ma un sistema di controlli efficace con verifiche fiscali mirate e nessuna regola speciale che "proietterebbe la città in una dimensione di territorio malato. Il sistema Paese non aiuta il nostro territorio - dice . Abbiamo a che fare con un fenomeno che sta minando un solo settore mettendo in cattiva luce anche chi lavora in modo onesto e produce valore aggiunto. Abbiamo imprese che investono, che creano occupazione sana, che cercano di adeguarsi per resistere alla competizione globale investendo in digitalizzazione e sostenibilità, non possono essere messe all’angolo da chi invece viene qui e non rispetta le regole". Romagnoli cita i tentativi senza risultati, fatti dalla stessa associazione degli industriali di avvicinamento alla comunità cinese: "Siamo fortemente danneggiati per questo abbiamo tentato varie strade di dialogo senza avere successo - dice -. Sono passati 25 anni da quando denunciammo per la prima volta il fenomeno dell’illegalità mettendo sul piatto tentativi di mediazione. Nel 2009 l’associazione si avvalse di un mediatore di lingua cinese, tradusse il sito per creare un avvicinamento e spiegare regole di mercato oltre che leggi, ma niente. I tentativi di contatto sono rimasti lettera morta, non abbiamo mai trovato un interlocutore con la comunità orientale nonostante l’impegno anche dell’allora presidente Riccardo Marini insieme all’imprenditore cinese Giulini iscritto all’associazione, e rimasto una mosca bianca. Vale lo stesso per il Tavolo per l’immigrazione che non ha portato a niente. Le cronache degli ultimi giorni con incendi in serie nella guerra tra bande cinesi, sono una ulteriore conferma che la situazione non solo non è migliorata, ma è peggiora". Confindustria auspica un salto di qualità nei controlli fiscali capaci di aggredire al cuote dell’economia malata. Sono tanti gli elementi emersi durante la tavola rotonda organizzata dall’onorevole di Forza Italia, Erica Mazzetti proprio sui tema dei controlli: "C’è un consenso trasversale verso la necessità di maggiori controlli e soprattutto di controlli meno superficiali, più approfonditi e regolari sulle aziende, a partire da quelle a rischio. Per fortuna, c’è una maggiore consapevolezza del problema e dei rischi che l’illegalità comporta sia a ogni singolo lavoratore sia all’immagine del nostro distretto in generale, che non può permettersi di perdere altre posizioni. Rispetto a dieci anni fa, tuttavia, oggi abbiamo numeri e analisi che possono supportare più nel dettaglio ogni tipo di intervento - dice la deputata di Forza Italia - lanciamo un patto trasversale, con tutti gli attori coinvolti, per rendere il lavoro a Prato finalmente sicuro". Silvia Bini