REDAZIONE PRATO

Più ispettori per i controlli. Ne servono almeno venti contro le ditte fuorilegge

Il caso illegalità e la proposta Bugetti anche al tavolo del distretto . Il Pd rilancia: "Non voltiamoci dall’altra parte". La risposta di Milone.

L’allarme illegalità sarà portato al tavolo del distretto. E in particolare la proposta della sindaca Ilaria Bugetti di chiedere con forza l’incremento degli ispettori del Lavoro per dare nuova linfa efficace e slancio concreto al Piano inaugurato a Prato dopo il rogo nella ditta Teresa Moda nel 2013. Due gli obiettivi: uno evidente per rafforzare i controlli, l’altro necessario per creare un solco tra chi lavora onestamente, la stragrande maggioranza delle imprese presenti sul territorio, e chi opera fuorilegge mettendo in atto comportamenti illeciti sia nei confronti dei lavoratori che del fisco.

Solo Prato città avrebe bisogno di 20-30 ispettori del Lavoro in più, cifra che aumenta se si amplia il raggio d’azione all’Empolese, a Sesto Fiorentino e alla provincia pistoiese (ieri la denuncia di un operaio pachistano nei confronti di un datore di lavoro cinese a Quarrata).

In attesa della risposta del ministro Nordio all’interrogazione della deputata pratese Chiara La Porta (ha chiesto una sezione della Direzione distrettuale antimafia presso la procura denunciando la presenza di infilatrazioni mafiose cinesi ed italiane) il Pd ha lanciato la campagna sul campo schierando la commissione sul lavoro precario e il senatore Walter Verini, membro della Commissione antimafia che presto sarà proprio a Prato. Forti e chiare le sue parole: "Mafia e criminalità organizzata stanno segnando la situazione di una città laboriosa e operosa, con un tessuto civile e democratico solido come Prato. Consideriamo un dovere istituzionale e politico intervenire con immediatezza sostenendo l’impegno, sul fronte del lavoro, degli ispettori Asl e della polizia municipale, del Comune e delle istituzioni".

Verini insieme ad altri parlamentari, presenterà una interrogazione al ministro della Giustizia Nordio "per sollecitare un necessario e doveroso approfondimento sui dati e sulle richieste del Procuratore capo Tescaroli ad iniziare dalla creazione di una direzione distrettuale antimafia o di una sezione della stessa presso la Procura di Prato". E fa riferimento ad uno scenario molto inquietante: "Infiltrazioni mafiose campane e calabresi si stanno saldando con il racket delle grucce e con una rete economica tipica delle attività bancarie, ma del tutto illegali, che garantiscono liquidità al traffico di droga. Non ci si può girare dall’altra parte. Tutti devono affiancare l’impegno delle forze dell’ordine, della magistratura, del Comune, delle forze sociali" conclude Verini.

Aldo Milone, ex assessore alla Sicurezza, non perde occasione per replicare: "Il Pd pratese, che negli ultimi 30 anni ha avuto il “torcicollo”, visto che ha avuto sempre il viso girato da un’altra parte non volendo vedere ciò che succedeva nelle aziende cinesi dove regnava e regna uno sfruttamento di clandestini e di lavoratori al nero".

Luigi Caroppo