REDAZIONE PRATO

Poche certezze dopo il triage: "In scena un lungo tira e molla sulla pelle di chi sta male"

Il racconto del figlio della 65enne che aveva necessità di una colonscopia

Il racconto del figlio della 65enne che aveva necessità di una colonscopia

Il racconto del figlio della 65enne che aveva necessità di una colonscopia

Dalle 19.30 di sabato 2 novembre l’odissea sanitaria di una paziente pratese di 65 anni si è concluso alle 17.30 con (finalmente) prima la visita dello specialista e poi con il ricovero in reparto. Con la certezza che anche la colonscopia annunciata fin dalle prime ore di permanenza in pronto soccorso (la signora sanguinava presumibilmente dall’intestino) sarà effettuata in ospedale. Esame diagnostico specialistico che a ieri pomeriggio non era stato fatto, quando dopo pranzo pareva che la paziente dovesse essere dimessa senza coloscopia, ma prescritta per farla in esterno. A raccontare la vicessitudine è il figlio della 65enne, Gianluca Banchelli, impegnato in politica nelle fila di Fratelli d’Italia.

"La svolta c’è stata ieri (lunedì, ndr) dopo che la mamma è arrivata in pronto soccorso il 2 novembre alle 19.30 – racconta – Sabato non ho avuto più notizie di lei fino a mezzanotte quando vengo chiamato e mi viene detto che la mamma ha bisogno di un esame specifico e che vista l’ora, l’indomani mattina sarebbe stata ricoverata in reparto". Ma il giorno dopo alle 11 di domenica 3 novembre "del letto e del ricovero in reparto, niente. La mamma viene spostata in una sala comune dove uomini e donne (giovani e meno giovani) sono allettati in situazioni promiscue, divisi solo da pseudo tendine. Un solo bagno per 35 persone, privo di bidet. Siamo al primo pomeriggio ed ormai è chiaro che il letto non arriverà". Alla signora non viene portato cibo "perché da un momento all’altro potrebbe fare il famoso esame specialistico – aggiunge Banchelli – Dopo 24 in ospedale è ancora in lettiga in condizioni da ospedale da zona di guerra. Ho anche chiesto di parlare con un responsabile direzionale, ma di domenica sera figurati! Mi hanno, con imbarazzo, chiesto di segnalare il disservizio per mail. Cosa che farò. Quello che so dopo oltre un giorno di ’ricovero’ di mia madre è che gli operatori sanitari sono abbandonati a se stessi, costretti a muoversi in un sistema malato e privo di guida e organizzazione".

Poi la svolta: ieri pomeriggio prima il figlio viene informato che la madre sarà dimessa e che dovrà fare l’esame diagnostico fuori dall’ospedale, poi la retromarche per l’intervento dello specialista che ha richiesto ricovero e colonscopia.

Sa.Be.