ANNA BELTRAME
Cronaca

Politeama, un secolo di magia. Tosca per la festa dei cento anni. Proprio come nel lontano 1825

L’opera di Puccini fu eseguita anche alla riapertura del 1999, la seconda nascita dell’ex Banchini. Una produzione del teatro con la Camerata, il Metastasio e Manifatture Digitali. A novembre.

Roberto Gabbiani, il maestro pratese che diresse la Tosca del ’99, e gli interpreti dell’opera applauditi sul palco del Politeama

Roberto Gabbiani, il maestro pratese che diresse la Tosca del ’99, e gli interpreti dell’opera applauditi sul palco del Politeama

Sarà Tosca. Come fu il 2 aprile 1925, quando grazie alla generosità visionaria di Bruno Banchini il Politeama aprì le sue porte alla città, magnifico e così grande, con quella cupola progettata da Nervi, che porta il cielo dentro il teatro. Tosca. Come fu il 2 gennaio 1999, quando il Politeama nacque per la seconda volta, grazie alla tenacia appassionata di Roberta Betti ed Elvira Trentini, grazie a tutti i pratesi – e furono tantissimi – che insieme compirono l’impresa di salvarlo dalle ruspe che avrebbero dovuto abbatterlo, per trasformarlo in un parcheggio. Sarà Tosca, per festeggiare un secolo di vita, d’arte e d’amore, come cento anni fa cantò il soprano Giuseppina Cobelli e tutti applaudirono, felici, orgogliosi di essere lì. "Ora ’un si va più a Firenze, Firenze gli ’ha a venire a Prato!", l’esclamazione di uno spettatore che riportarono le cronache dell’epoca. La storia del Politeama racconta la Prato migliore, le belle energie che tante volte è riuscita a trovare e a mettere insieme, per superare ostacoli grandi, per realizzare sogni, per andare avanti. Racconta miriadi di serate con la prosa e la musica, le emozioni e gli applausi, le prove, le luci, il piacere di stare insieme, la magia del teatro. Un secolo da festeggiare, da ricordare per farne tesoro.

Novembre 2025 per la terza Tosca, cento anni dopo. Sarà una produzione speciale che ancora una volta metterà in scena un potente lavoro di squadra dietro le quinte. La Fondazione Politeama Pratese e la Camerata, che nel teatro di via Garibaldi ha casa, ne sono le capofila. E sono, entrambe, esempio mirabile di una città che lotta per la cultura, la bellezza, e le diffonde tra le persone. Ma ci saranno anche il Metastasio e la Fondazione Teatri Pistoia, la Scuola di musica Verdi e le Manifatture Digitali Cinema, a cui sarà affidato il compito di portare al Politeama i luoghi di Tosca: la chiesa di Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese, i bastioni di Castel Sant’Angelo. Le nuove tecnologie al servizio dello spettacolo, della musica. Un progetto corale, bello e ambizioso, che sarà presentato nelle prossime settimane quando sarà definito in tutti i suoi dettagli e per il quale sarà determinante il supporto delle istituzioni. Da via Garibaldi è già partita la richiesta di un finanziamento al ministero della cultura, Comune e Regione, entrambi soci e finanziatori del teatro, saranno in prima fila. Si pensa a tre recite, con una prova generale aperta al pubblico. Sarà una festa.

In questi mesi altre iniziative accompagneranno l’anniversario del teatro, per non dimenticare cosa ha rappresentato e rappresenta per la città, per i pratesi. Nel foyer due iscrizioni ricordano Bruno Banchini e Roberta Betti. La prima ha cento anni: "Mirabile di perseveranza e tenacia, fulgido esempio di forza e di volontà ai suoi concittadini Bruno Banchini dedicava il suo Politeama, perché ivi trovassero ore di diletto e di gaudio, degno e giusto premio alle usate fatiche quotidiane". La seconda è stata affissa il 22 gennaio del 2022, un anno dopo la morte di "colei che volle e seppe con tenacia e perseveranza restituire il teatro alla città". Quante storie belle si intrecciano intorno al Politeama; quanta tenacia, quanta passione serve anche oggi per farlo vivere (di questo bisogna davvero dire grazie alla presidente Beatrice Magnolfi e al suo staff). Le racconteremo nei prossimi mesi anche sulle pagine della Nazione. Nel libretto di sala della Tosca che riaprì il teatro nel 1999, Roberta Betti scrisse: "Bruno Banchini, se ci potesse vedere, sarebbe felice di essere appartenuto a una Città che ha saputo unirsi e lottare per difendere un bene comune, una parte importante della propria storia, che lui con tanto amore e sacrificio proprio per Essa concepì e realizzò. La Nazione del 13 giugno 1937, giorno della sua morte, di lui scrisse: Venuto dal popolo egli vagheggiò di fare un Teatro per il popolo e riuscì realizzare questo suo sogno costruendo il Politeama. A distanza di 60 anni lo stesso popolo ha salvato lo stesso Teatro, e lo ha restituito alla città". Buon compleanno, Politeama.