Montemurlo (Prato), 27 novembre 2020 - Non sopportava più il passaggio di cani vicino al suo orto. Si è svolto nei giorni scorsi il processo che ha visto la condanna del pensionato 73enne di Oste, responsabile di aver disseminato lungo l'argine del torrente Meldancione esche avvelenate. L'episodio risale al luglio 2019, quando l'uomo abbandonò ben nove polpette confezionate usando una sostanza lumachicida, con il preciso intento di colpire i cani che frequentano la zona.Il giudice ha contestato al pensionato il reato di maltrattamento di animali e il getto pericoloso di esche avvelenate e lo ha condannato a pagare un'ammenda di 6 mila euro, sospendendo automaticamente la pena detentiva prevista per i reati, perché l'uomo risultava incensurato.
"Innanzitutto, esprimo il mio plauso al lavoro di indagine condotto dalla polizia municipale che in breve tempo ha permesso di risalire al responsabile di un reato tanto odioso. A Montemurlo il controllo del territorio funziona e questa sanzione ne è un'ulteriore conferma. - commenta il sindaco Simone Calamai - Si tratta di una condanna giusta per chi non ha rispetto degli animali e mette a repentaglio anche la salute pubblica. Un'abitudine, quella di gettare esche avvelenate per colpire i cani, che èpurtroppo diffusa e che rappresenta un grave problema di incolumità pubblica. Oltre ad essere un rischio per gli animali domestici,infatti, costituisce un serio pericolo per l’ambiente e soprattutto per gli esseri umani, in particolare per i bambini".
Interrogato sulle motivazioni che lo avevano spinto a compire il gesto, il pensionato ha sostenuto anche davanti al giudice che non tollerava più il continuo passaggio di cani vicino al suo orto, animali condotti a passeggio molto spesso senza guinzaglio, e che, secondo il pensionato, sporcavano con le loro deiezioni il percorso pedonale lungo il torrente.
Le indagini della polizia municipale partirono nel luglio 2019 dopo la denuncia della proprietaria di una cagnolina, portata d'urgenza dal veterinario per aver ingerito un'esca avvelenata. Nell'individuazione del responsabile dell'odioso reato sono state determinanti le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza di alcune aziende poste vicine all'argine del torrente Meldancione. Nel video acquisito si vedeva infatti un uomo, che con un sacchetto in mano e dei guanti, si aggira con fare sospetto. Da qui è partita l'indagine della Polizia Municipale che, dopo vari appostamenti, ha fermato il responsabile del confezionamento e dello spargimento delle esche avvelenate. All'uomo, infatti, gli agenti sequestrarono una confezione di lumachicida in granuli blu, la stessa sostanza rinvenuta all'interno delle polpette. Le analisi effettuate dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana di Scandicci hanno quindiconfermato i sospetti della Polizia Municipale: all'interno delle polpette erano stati inseriti granuli di un prodotto lumachicida ed esattamente il composto chimico “metaldeide”.