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Il momento del pranzo in una rsa è anche l’occasione per socializzare
Prato, 21 febbraio 2025 – Novantadue anni in attesa di entrare in una rsa. E quando il posto alla rsa Gonfienti sembrava arrivato, ecco la beffa: il soggiorno era solo per un mese.
Carla Bini, classe 1933, è un’anziana di Prato che dal 2016 sta vive fra casa e strutture a pagamento. Il figlio Alessandro ha preso anche due anni di aspettativa dal lavoro per seguirla. Poi la situazione si è aggravata tanto da necessitare ricoveri in strutture private in Emilia Romagna e a Prato. L’Asl aveva accordato alla famiglia con provvedimento scritto la permanenza a Gonfienti dal 1 gennaio al 31 dicembre 2025. Nei giorni scorsi però è arrivata l’amara realtà: “L’assistente sociale – spiega la nuora Solidea - ha detto che c’era un errore e che il soggiorno a Gonfienti era solo fino al 20 gennaio. Lei è classificata con disabilità gravissima ma ancora non ha ottenuto un posto in rsa, senza la nostra compartecipazione. Per noi la sistemazione di un anno era ottimale perché siamo allo stremo delle forze, anche da un punto di vista economico”.
Carla Bini ha una pensione di circa 600 euro e con l’invalidità arriva a 1100 euro; in questi anni la famiglia ha finito i risparmi (circa 8000 euro) per pagare le strutture private. L’avvocato Massimiliano Pieroni di Pistoia che assiste la famiglia invita l’Asl ad esaminare con attenzione la pratica della Bini: “L’Asl non ha fatto revoca o annullamento del provvedimento, ma solo correzione manuale dell’errore. Conosco questa famiglia da tanti anni e un anno in Rsa rappresenterebbe una forma di assistenza adeguata rispetto a quella domiciliare, considerate le condizioni della donna”. “L’alternativa dell’assistente sociale – conclude la nuora - è far stare mia suocera a pagamento nella struttura a 117 euro al giorno, con la nostra compartecipazione, ed è insostenibile per noi. Mio marito ha uno stipendio di 1500 euro”. Cosa risponde l’Asl? “Alla signora – spiega l’Asl in una nota - sono state sempre garantite le risposte socio-sanitarie richieste dal suo caso fino alla collocazione in lista per l’inserimento permanente in Rsa, nell’aprile 2021 ma la famiglia ha rinunciato. Attualmente la signora, seguita dai servizi socio-sanitari, usufruisce dell’assistenza domiciliare con 7 accessi settimanali”. Il motivo del rifiuto dell’inserimento nel 2021 è dovuto al fatto che la coppia non riusciva a sostenere la compartecipazione alla spesa mensile e dovevano versare 1600 euro. Riguardo al ricovero saltato a Gonfienti “l’Unità di valutazione multidimensionale – prosegue l’Asl - ha proposto un inserimento di sollievo per 30 giorni, confermando l’assistenza domiciliare. La famiglia ha accettato per il periodo accordato. Poi l’Asl ha inviato alla Rsa Gonfienti ed alla famiglia il calcolo della compartecipazione per la retta sociale. In ragione del fatto che l’inserimento temporaneo si sviluppava in un arco temporale durante il quale la quota sociale applicata dalla Rsa ha subito una variazione, sono state inviate due comunicazioni e per mero errore materiale, in una di queste, è stata riportata la data del 31/12/25 anziché quella corretta del 20/01/2025. Dell’errore sono stati informati sia la Rsa che la famiglia”. Carla Bini adesso è a casa con l’assistenza domiciliare solo un’ora al giorno: in pratica viene cambiata solo la mattina. “Noi abitiamo a Maliseti – concludono Alessandro e Solidea – lei in zona centrale, cerchiamo di essere presenti quando arriva l’assistente domiciliare e non è semplice neppure trovare assistenza privata a ore perché la gente vuole lavorare un minimo di ore giornaliere. Questa donna è abbandonata a se stessa in un letto”.