Prato, 3 febbraio 2025 – Rimane in carcere Daria Franchi, la pratese di 37 anni che venerdì 24 gennaio è stata fermata all’aeroporto di Tel Aviv con 10 chili di ketamina nascosti nella sua valigia. Ieri si è tenuta una prima udienza: il capo d’accusa non è stato ancora formalizzato. La prossima udienza è stata fissata per giovedì. Il giudice ieri ha dichiarato che le indagini della polizia sono concluse: la palla passa ora al procuratore che dovrà decidere sulla convalida o meno dell’arresto. Per ora Daria Franchi, modella e ballerina, resta nel carcere femminile a 30 chilometri da Tel Aviv, ed è seguita da un avvocato di ufficio israeliano.
Il caso della pratese è seguito con attenzione dalla Farnesina. Il console ha parlato con la donna e le ha riportato i messaggi della famiglia. L’ha anche rassicurata sul fatto che il Ministero degli Esteri e l’Ambasciata italiana in Israele stiano seguendo il suo caso. Pare che alla ragazza, su richiesta dell’avvocato, il giudice abbia concesso la la possibilità di telefonare alla sua famiglia nei prossimi giorni.
Dai particolari emersi nelle ultime ore è stato possibile ricostruire il ‘viaggio’ della pratese, che prima di toccare Israele e di essere bloccata all’aeroporto Ben Gurion con la droga sintetica in valigia aveva fato altre tappe.
Secondo quanto appreso, Daria Franchi sarebbe partita dall’Italia sabato 18 gennaio. Avrebbe informato la famiglia – la madre e il fratello vivono a Prato mentre il padre risulta residente in Puglia – di partire per un viaggio di piacere. Prima di arrivare a Tel Aviv sarebbe passata da Barcellona e Amsterdam dove potrebbe essersi incontrata con qualcuno. Poi il 24 gennaio si trova Tel Aviv e lì si sono perse le sue tracce. La madre, non avendo più avuto notizie di lei, ha sporto denuncia di scomparsa in Questura a Prato. Qualche giorno dopo è stata informata di quello che era accaduto.
Quando Daria è atterrata a Tel Aviv era sola. Allo scalo è stata fermata per un controllo dalla polizia israeliana che ha trovato nella sua valigia il grosso quantitativo di droga, ketamina. Non è ancora chiaro come la donna abbia giustificato la presenza della droga nei suoi bagagli. La polizia israeliana l’ha messa in stato di fermo con la pesante accusa di traffico internazionale di stupefacenti e portata in carcere.
Sono in molti a Prato a conoscere Daria Franchi, che ha un passato da modella e di ballerina in alcune discoteche fiorentine, e in questi giorni la notizia è rimbalzata in città e anche a Firenze. Pare comunque che la donna da una quindicina di anni si facesse vedere poco a Prato, sebbene risulti ancora residente con la madre. Da allora i suoi interessi e la sua vita si sono spostati quasi completamente a Firenze. In questi giorni la famiglia ha preferito non rilasciare dichiarazioni limitandosi a dire che si tratta di una “questione delicata”.
Appena informato della vicenda di Daria Franchi, Giorgio Silli, sottosegretario agli Esteri, si è subito attivato per seguire la delicata situazione. “Sto seguendo il caso personalmente, sia perché si tratta di una mia concittadina, una pratese, sia perché ci sta a cuore il destino di tutti gli italiani che si trovano reclusi all’esterno”, ha detto il sottosegretario agli Esteri in un’intervista a La Nazione, sottolineando che “l’Italia, attraverso la Farnesina è forse il Paese che presta più attenzione e assistenza a casi di questo tipo. Non lasciamo solo nessuno perché prima di tutto si parla di italiani. Poi, se vi è stato un reato, è ovvio e anche giusto che la giustizia faccia il suo corso”.