Luca Boldrini
Cronaca

Donatori di sangue, Prato non è più ultima in Toscana

Nel rapporto donazioni/abitanti. Ma è sempre emergenza. Ripartono le aperture domenicali / IL VIDEO

Prato, 24 febbraio 2015 - Buone notizie per i donatori di sangue pratesi, ma la guardia purtroppo non si può abbassare. Le spiegano Folco Grifoni e Assunta Costantino, rispettivamente presidenti dell'Avis pratese e del Gruppo Fratres. Da sottolineare che le loro affermazioni congiunte sono un bell'esempio di collaborazione fra associazioni per il bene comune, al di là delle specificità dei due movimenti.

Prima buona notizia: Prato non è più ultima in Toscana nella classifica stilata in base al rapporto donazioni/abitanti. Un dato che era una macchia per una città dove si dona molto, ma che ha un dato anagrafico molto particolare rispetto ad altre province toscane (tanti abitanti, non tutti molto sensibili al tema della donazione per estrazione sociale o culturale). Il lavoro dei volontari è stato dunque premiato.

Seconda buona notizia: dopo lo stop di febbraio, dovuto a problemi di organizzazione con il personale, da marzo riprenderanno le aperture domenicali secondo il consueto schema (prima e terza domenica del mese). Alle associazioni lo ha comunicato l'Asl 4 nell'incontro del 10 febbraio.

C'è però da considerare che la situazione di emergenza a livello regionale permane come prima: l'obbiettivo primario, quello dell'autosufficienza regionale del sangue, è ancora un proble4ma che si può raggiungere solo con l'impegno di tutti. Andare a donare e soprattutto trovare nuovi donatori.

Comunque il temuto crollo delle donazioni dopo il trasloco al nuovo ospedale Santo Stefano non c'è stato. Secondo i dati dell'Avis, non c'è stato nessun calo a gennaio, anzi. Ecco i numeri: in totale il mese di gennaio 2015 si è chiuso a +58 donazioni rispetto al gennaio del 2014, per la precisione +96 di sangue intero, +13 di multicomponent e - 51 di plasma. Il 2014 si è chiuso con 188 donazioni in più dell'anno precedente, un aumento non sensibile ma che va considerato positivamente: è stato infatti l'anno del trasloco del centro trasfusionale e, oltre ad aver intaccato le abitudini dei donatori, ci sono stati dei giorni in meno di apertura.

Anche noi della Nazione abbiamo fatto il nostro dovere civico e siamo andati a donare il sangue. Avevamo prenotato la donazione di plasma (che dura di più, circa 45 minuti, ma comporta un minore impegno fisico) ma la dottoressa che ci ha visitati ci ha chiesto se fossimo disponibili a cambiare in donazione di sangue intero a causa della grave carenza che si registra in questo periodo. Ovviamente non ci siamo tirati indietro (la donazione di sangue intero è più impegnativa per il fisico rispetto al plasma ma dura molto meno, fra un quarto d'ora e venti minuti). E la prossima volta proveremo la "multipla" donando contemporaneamente plasma e emazie. E' andato tutto liscio, nonostante il braccio del donatore nascondesse dispettosamente le vene: l'operatrice Silvia ha fatto centro al primo colpo e dopo nemmeno venti minuti eravamo già a fare colazione.