Prato, 2 dicembre 2024 – Condannato per aver emesso falsi attestati di formazione nel campo della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il tribunale di Prato ha inflitto una pena di un anno e quattro mesi di reclusione ad un professionista della città del tessile.
La sentenza, pronunciata con rito abbreviato, arriva a seguito di un’indagine della procura che aveva già portato all'applicazione di una misura cautelare interdittiva nei confronti dell'imputato.
L'inchiesta si inserisce in un più ampio procedimento penale che, nel febbraio 2023, aveva portato all'arresto di quattro imprenditori cinesi accusati di sfruttamento lavorativo e di una violenta aggressione ai danni di alcuni dipendenti, che avevano manifestato nella speranza di ottenere condizioni lavorative dignitose.
Grazie al contributo del gruppo anti-sfruttamento della Asl, le indagini hanno portato alla luce diversi episodi di false attestazioni. I certificati incriminati, emessi dal professionista condannato, garantivano ai clienti il rispetto solo formale delle prescrizioni dei tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro.
In un comunicato, il procuratore Luca Tescaroli ha sottolineato la gravità della vicenda, che evidenzia l’esistenza di una "zona grigia" nel sistema della prevenzione infortunistica. In questo spazio ambiguo, si collocano consulenti disonesti che, dietro compensi significativi (circa 400 euro per attestato), emettono documentazioni false.
Gli attestati incriminati certificavano in modo fraudolento l’abilitazione all’uso dei carrelli elevatori, strumenti essenziali in molti settori produttivi. "Negli ultimi anni, questi macchinari sono stati coinvolti in episodi infortunistici gravi, con conseguenze anche fatali", ha ricordato Tescaroli, ribadendo l'importanza di un sistema di certificazioni affidabile per garantire la sicurezza dei lavoratori.