
di Simone Boldi
PRATO
Una famiglia di cinque persone subito. In seguito, se le condizioni lo permetteranno (dipende da quante risorse il governo destinerà al progetto), un’altra decina di rifugiati afgani. Sono i numeri, al momento, che danno concretezza alla volontà del Comune di Prato di accogliere e proteggere chi sta fuggendo dal Paese asiatico riconquistato dai guerriglieri talebani. Il sindaco Matteo Biffoni è responsabile immigrazione Anci nazionale, oltre a guidare la sezione toscana della stessa Anci. Ha parlato nelle ultime ore con il ministro della difesa Lorenzo Guerini per avere un quadro più dettagliato di quanto sta accadendo all’aeroporto di Kabul e nelle strade afgane dove gli studenti coranici vanno a stanare casa per casa chi è accusato di aver collaborato con le forze Nato nei venti anni di occupazione occidentale. "La cifra dei profughi che troveranno accoglienza in Italia per adesso rimane incerta – informa Matteo Biffoni –. Si ragiona su 2-3.000 persone. Non sono profughi nel senso tradizionale del termine, ma rifugiati. Traduttori, impiegati nelle strutture civili, guide militari, lavoratori in strutture come le mense o le scuole, tutte persone che con i loro familiari rischiano la morte per aver collaborato con le autorità italiane. Ora – insiste Biffoni – tocca a noi dare loro una mano". In Toscana, ha detto il presidente Giani, ne sono attesi 200 e ne dovrebbero rimanre 112. Il sindaco sottolinea come in questi giorni tutti i Comuni italiani si sono detti disposti ad accogliere famiglie che scappano dal terrore dei mujahidin fedeli alla sharia: "Sono città amministrate da ogni colore politico – spiega con soddisfazione – dal centrosinistra alla Lega, dal centrodestra ai 5 Stelle...".
Insiste il sindaco di Prato: "Il ministero della difesa è responsabile del trasporto in Italia da Kabul dei rifugiati, che una volta atterrati nel nostro Paese passano sotto la protezione del ministero degli interni, in prima linea le prefetture. Queste famiglie invece di transitare nei centri di accoglienza straordinari come i profughi che arrivano via mare, possono accedere – è questa la proposta dell’Anci – nelle strutture ministeriali del Sai (Sistema acoglienza immigrazione), l’ex Sprar". La questione diventa quindi economica: quante più risorse il ministero degli interni e il governo saranno in grado di mettere sul piatto, tanti più mediatori linguistici e culturali, assistenti e psicologi potranno essere stipendiati per la loro opera di aiuto alle famiglie espatriate dall’Afghanistan. Non solo: i fondi governativi servono a pagare gli affitti degli appartamenti dove i profughi andranno a vivere. Attualmente a Prato i profughi accolti sono meno di settanta, e quindi ci sarebbe disponibilità immediata come detto per cinque persone, con ogni probabilità un nucleo familiare. "L’aspetto più delicato riguarda i bambini, anche in questo caso", conclude Biffoni in attesa della riunione in prefettura a Firenze di domani finalizzata alla "acquisizione di disponibilità alloggiative aggiuntive". I profughi dovranno osservare un periodo di quarantena: tra i primi provvedimenti imposti dai talebani, la sospensione della campagna di vaccinazione.
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