di Silvia Bini
Tre soluzioni per la scuola che ripartirà a settembre. Perché gli spazi mancano e non si trovano, e anche nel corso di questa lunga estate, come succede ormai in tutte le estati, andrà trovata una sistemazione ponte. Si è chiuso il bando aperto nei giorni scorsi dalla Provincia per trovare un immobile che possa rispondere alle esigenze di accogliere gli studenti in eccesso dele scuole superiori pratesi, in costante carenza di aule. Prato va controcorrente rispetto alla tendenza toscana: qui la popolazione studentesca aumenta, mentre cala in tutto il resto della regione. Quindi l’emergenza per settembre è dettata dalla mancanza di aule. Così la Provincia ha deciso di correre ai ripari, tanto che nelle settimane scorse aveva aperto una manifestazione di interesse per cercare in città un immobile abbastanza grande da poter ospitare almeno 10 classi. Esattamente il numero di quelle che mancheranno a settembre per poter accogliere tutti gli alunni da 14 a 18 anni di età. Sul tavolo del presidente della Provincia Francesco Puggelli sono arrivate tre buste chiuse, quelle con le offerte che nei prossimi giorni saranno prese in analisi dai tecnici di palazzo Banci Buonamici. Sono state inviate da tre soggetti privati che hanno messo a disposizione della Provincia - che pagherà alla proprietà prescelta un canone annuo - tre diversi immobili attualmente sfitti. Il primo si trova nella zona della questura, quindi vicino al casello di Prato Est; il secondo ha natura industriale e si trova nella zona di Oste nei pressi del liceo Brunelleschi, una delle scuole più in difficoltà in termini di spazio; il terzo immobile si trovanel centro storico di Prato. "Adesso valuteremo le offerte arrivate ma anche la volontà dei proprietari diintervenire sugli immobili per consegnarli con i lavori già effettuati", spiega Puggelli. Questa richiesta della Provincia era appunto ben specificata nel bando: dovrà essere la proprietà ad occuparsi dei lavori di adeguamento. Non proprio una banalità, visto che trattandosi di scuole dovranno essere rispettati determinati parametri di sicurezza. Ma purtroppo il tempo stringe ed è quindi necessario accelerare l’iter per arrivare a settembre con una soluzione pronta all’uso.
La scuola maggiormente in affanno è il liceo Livi-Bruneleschi, ma anche il Marconi, il Buzzi e il Dagomari non se la passano bene. Anche perché negli anni passati sono già stati occupati tutti gli spazi più o meno possibili all’interno degli istituti scolastici, sfrattando biblioteche, laboratori e sale professori: tutte le stanze a disposizione sono state trasformate in aule. Ecco perché l’unica possibilità di salvezza, oggi, passa dal reperimento di un nuovo immobile, capace di dare fiato alle esigenze delle scuole superiori e quindi garantire spazi adeguati ai circa 17.000 studenti delle superiori di Prato e provincia.