Andare oltre alla crisi attuale, sebbene lunga e ancora senza uscita, partendo da dati che fanno ancora sentire battere il cuore del distretto. E’ l’imperativo degli imprenditori pratesi che, in piena perturbazione produttiva, con cali importanti di ordini e conseguente crescita di richiesta di cassa integrazione, cercano di promuovere il tessile come un settore in cui i giovani possano trovare sbocchi professionali. Lo fa Confindustria Toscana Nord con l’ottava edizione di "E’ di moda il mio futuro", progetto rivolto a giovani e giovanissimi degli istituti secondari di primo e secondo grado: un’iniziativa alla quale hanno aderito 650 studenti, 200 in più rispetto al 2023, e 19 aziende tra tessile e calzaturiero.
"Per noi ha senso indicare ai giovani la via della moda per i loro studi sia per la qualità del lavoro con oltre il 90% dei rapporti a tempo indeterminato e le retribuzioni più che dignitose sia per le opportunità offerte dal punto di vista tecnico, creativo, gestionale, amministrativo", dice Maurizio Sarti, delegato per la formazione della sezione Sistema moda di Ctn. Gli imprenditori sono pronti a scommettere sia sulla formazione per colmare il gap generazionale e la ricerca di manodopera specializzata (manca a tutti i livelli), sia su una riorganizzazione del sistema in relazione a un diverso andamento dei mercati con il lusso in flessione.
Francesco Marini, presidente sezione Sistema moda di Ctn, sottolinea come "l’insieme dei dipendenti più i titolari resta stabile da alcuni anni a 18mila unità". C’è poi il fattore demografia: a Prato "il 27% dei dipendenti ha più di 55 anni, il 10% più di 60. In tutto si parla di 5mila persone. Gli under 34 anni sono il 21% del totale. Per il trimestre settembre-novembre il Sistema informativo Excelsior rileva per Prato la previsione di oltre 3.400 entrate nel settore moda". Ad oggi il distretto avrebbe bisogno di almeno 500 nuovi addetti per coprire le necessità della produzione. La dinamicità del distretto emerge da una pur lieve crescita di società di capitale (+ 0,5% rispetto al 2023), mentre soffrono di più le piccole realtà (società di persone -3,4% e ditte individuali -1,3% rispetto al primo trimestre 2023). "Prato non se la passa peggio di altri distretti – riprende Marini – I volumi di produzione, secondo le rilevazioni preliminari di Ctn, hanno subìto una contrazione inferiore al 10% nel terzo trimestre del ’24. Un rallentamento in linea col quadro globale".
Se i filati hanno retto con migliori performance, ora il comparto è in maggiore difficoltà rispetto a quello dei tessuti. L’export nel primo semestre ’24 registra un -10,8% rispetto allo stesso periodo del ’23, considerando anche i nuovi assetti dei mercati (niente più Germania). C’è una crescita di ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e agosto 2024 (+152% rispetto allo stesso periodo del 2023), ma inferiore rispetto ad altre realtà come Biella (+552%). Il tasso di disoccupazione a Prato è 5,1%, inferiore rispetto alla media nazionale (7,6%).
Sara Bessi