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Prato, indagati tre carabinieri e un avvocato per truffa, peculato e violazione di segreto

Il principale indagato, un militare dell'Arma, è ora in congedo

Il procuratore Luca Tescaroli

Il procuratore Luca Tescaroli

Prato, 21 marzo 2025 – Un'indagine condotta dalla Procura di Prato ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di tre carabinieri, uno dei quali non più in servizio, e di un avvocato pratese. Le accuse, formulate a vario titolo, comprendono truffa aggravata, falso ideologico e violazione di segreto d’ufficio. L’inchiesta si articola in due distinti filoni, coordinati dal pubblico ministero e resi noti dal procuratore Luca Tescaroli.

Il primo fascicolo, per il quale è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, riguarda il tenente colonnello Sergio Turini, già comandante della compagnia dei Carabinieri di Prato e attualmente in congedo. Secondo le accuse, il militare avrebbe utilizzato mezzi di servizio per esigenze personali e familiari, incontrando imprenditori cinesi al di fuori delle necessità lavorative e accettando regalie da titolari di aziende vinicole. Inoltre, avrebbe falsificato atti ufficiali per giustificare indebiti allontanamenti dalla sede di lavoro per motivi privati, sempre impiegando mezzi dell’Arma.

Nell’ambito dello stesso fascicolo risulta indagato anche un luogotenente dei Carabinieri, accusato di aver predisposto documentazione falsa per attestare la sua partecipazione a riunioni dell’organo di rappresentanza sindacale Co.Bar. In realtà, secondo l’accusa, il militare si sarebbe assentato almeno undici volte senza giustificazione, percependo indebitamente lo stipendio e i rimborsi spese per missioni mai svolte.

Il secondo fascicolo, ancora in fase d’indagine, coinvolge un altro luogotenente dei Carabinieri in servizio presso il Comando provinciale di Prato e un avvocato della città. Secondo l’accusa, il militare avrebbe violato il segreto d’ufficio, rivelando informazioni riservate su un’indagine relativa a un tentato omicidio avvenuto il 26 gennaio scorso in un’impresa di pelletteria gestita da cittadini cinesi. La divulgazione delle informazioni sarebbe avvenuta su istigazione dell’avvocato pratese, anch’egli indagato, che non risultava essere il difensore dell’indagato per il tentato omicidio.

Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità.