Prato, 1 giugno 2024 - La ricerca di personale? Per certi versi, è diventato il lavoro più stressante per gli imprenditori della ristorazione e dei pubblici esercizi. Una sfida “sempre più pressante”, come rileva Confesercenti Prato, che tramite il web ha interpellato i propri iscritti. Ebbene, la quasi totalità dei soci ha confermato di avere difficoltà nell’assunzione di personale. I risultati dell’indagine ci dicono che l’80% delle aziende sta cercando personale.
Il 60% lo cerca a tempo indeterminato, mentre il 40% solo per la stagione estiva. Le figure più ricercate? Camerieri e, in seconda battuta, i cuochi. Gli imprenditori, in questa loro continua ricerca di personale, usano i social media (100%), il passaparola (75%), le agenzia per il lavoro e, fanalino di coda, il centro per l’impiego (25%). Quanto ai contratti offerti, per il 66% dei casi sono stagionali, mentre per il 33% a tempo indeterminato.
“La mancanza di personale nel settore della ristorazione - commenta il presidente della Confesercenti di Prato Stefano Bonfanti - è diventato, negli ultimi anni, un problema sempre più evidente. La domanda di professionisti qualificati supera di gran lunga l'offerta disponibile sul mercato del lavoro. Questa carenza si manifesta a tutti i livelli, dal personale di cucina al personale di sala. Le ragioni sono diverse e complesse”. Bisogna dunque chiederci quale potrebbe esser la causa principale della carenza di personale specializzato. Forse la mancanza di interesse da parte dei giovani per questi lavori? Oppure “la visione romanzata degli show televisivi?”.
“La percezione comune che lavorare in cucina o nel settore della ristorazione sia faticoso, poco gratificante e poco remunerato ha portato a una carenza di personale in questo settore - osserva Bonfanti -. Inoltre, bisogna tener conto della mancanza di formazione adeguata e anche di opportunità di tirocinio nelle scuole alberghiere. Spesso, i giovani diplomati escono dagli istituti alberghieri senza avere acquisito le competenze pratiche necessarie per affrontare il mondo del lavoro. Questo crea una disparità tra la teoria appresa a scuola e la pratica richiesta sul campo. Per affrontare questa sfida, è a mio avviso necessario promuovere l'immagine delle professioni culinarie e alberghiere, incrementare le ore di stage di formazione in azienda nei percorsi di studio delle scuole alberghiere e incentivare le opportunità di tirocinio per i giovani”.
Bisogna poi “puntare ad una valorizzazione del lavoro del personale di sala o di cucina”. “Ormai comunemente si pensa che il lavoro di cameriere possa esser svolto da chiunque, ma non è così - dice Renzo Bellandi, presidente Fiepet -. È una professione che richiede competenza e professionalità. La maggior parte dei curricula che ci arrivano sono del tutto privi di esperienza. Si tratta invece di un lavoro complesso”.