Prato, 14 marzo 2024 - Maxi frode fiscale a Prato nel settore del pronto moda. La guardia di Finanza ha scoperto un giro di fatture false per 35milioni di euro. Il trucchetto? Le imprese ‘apri e chiudi’. Quattordici le persone rinviate a giudizio. Le società e le ditte individuali erano tutte attive nel Macrolotto pratese e tutte riconducibili a cittadini cinesi. La guardia di Finanza ha dunque denunciato quattordici imprenditori per i reati di emissione e utilizzo di fatture false e di omessa dichiarazione.
Un lavoro certosino quello eseguito dai finanzieri pratesi, teso al contrasto dell'annoso fenomeno purtroppo radicato sul territorio, che inquina un’economia territoriale che nel tempo ha rappresentato una vera e propria eccellenza. I finanzieri sono venuti a capo della truffa analizzando varie complesse filiere di gestione ed elaborando “ripetute intersezioni” tra soggetti irreperibili, fittizi, di comodo, per poi risalire a coloro che reggono le fila di aziende create ad hoc per evadere e perpetuare continui illeciti.
Le Fiamme gialle, col coordinamento della Procura, hanno individuato l'esistenza di nove ditte individuali operanti solamente pro forma sul territorio italiano, prive di strutture aziendali effettive tali da giustificare gli ingenti volumi fatturati, e intestate a soggetti prestanome privi di qualsiasi referenza in ambito imprenditoriale, ma funzionali alla sola emissione di fatture relative ad operazioni commerciali inesistenti per il successivo abbattimento delle imposte dovute da altre imprese utilizzatrici di tali fatture. Come di consueto, ciascuna di tali imprese, dopo pochi anni dal suo avvio, cessava sistematicamente la propria attività con l’emergere dei primi debiti erariali, spesso di importo rilevante.
Le indagini hanno, dicevamo, consentito di segnalare alla Procura quattordici soggetti, di cui i titolari delle nove ditte individuali, i due rappresentanti legali delle ditte utilizzatrici delle fatture emesse e tre titolari di fatto che, attraverso lo schermo dei prestanome, gestivano le imprese emittenti.
Le attività si sono concluse con la ricostruzione e la segnalazione all'Agenzia delle entrate di un fatturato complessivo di oltre 24 milioni di euro, ed un'Iva dovuta per oltre 10 milioni di euro da parte delle imprese coinvolte. I quattordici soggetti coinvolti sono stati segnalati per i reati di emissione e utilizzo di fatture false e di omessa dichiarazione e rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato.