SILVIA BINI
Cronaca

Prato, ospedale sott’acqua. "Disastro annunciato. Cassa di espansione, ora serve chiarezza"

Dibattito in Regione sollevato dal Movimento 5 Stelle: "Il Santo Stefano costruito su un terreno a rischio ha dimostrato tutta la sua fragilità. E perché le opere di mitigazione a Galciana non hanno funzionato?"

Prato, 14 dicembre 2023 – A un mese e mezzo dall’alluvione che ha stravolto la provincia, torna di attualità il caso del Santo Stefano rimasto seriamente allagato la notte del 2 novembre.

La stima dei danni è di oltre 8 milioni di euro, un’enormità per una struttura costruita di recente. A tornare di attualità è la scelta della zona dove è stato costruito l’ospedale, un’area soggetta a rischio idrogeologico ed alluvioni. E così è stato. Tanto che a posteriori, rispetto alla costruzione dell’edificio, è stata realizzata una cassa di espansione per un importo di 750mila euro, opera utile proprio a mettere in sicurezza il torrente Vella che in passato ha causato grossi danni. E non solo in passato. L’obiettivo dell’opera era la messa in sicurezza idraulica della fetta di terreno compresa fra via Suor Niccolina Infermiera e via Foscolo. Obiettivo che alla luce di quanto accaduto il 2 novembre non è stato centrato. Da qui la richiesta di spiegazioni avanzata in Regione dal Movimento 5 stelle.

«Sulle cause dell’allagamento dell’ospedale Santo Stefano abbiamo chiesto delucidazioni al presidente e alla giunta regionale per sapere chi ha concesso i permessi utili alla realizzazione di un ospedale in una zona a rischio alluvioni senza che prima si provvedesse a mettere in sicurezza il territorio", interviene la consigliera regionale dei 5 Stelle, Silvia Noferi. "Vogliamo anche sapere se il 2 novembre la cassa di espansione costruita successivamente per mettere al riparo l’ospedale fosse stata terminata, se era in funzione e chi aveva il compito di attivarla. I cittadini hanno diritto a risposte". Come è noto il Santo Stefano è stato pesantemente colpito dall’alluvione: sommerso tutto il seminterrato per un totale di 1.500 metri quadrati, pareti di cartongesso bagnate, attrezzature mediche da buttare. Nel seminterrato allagato c’erano anche i motori degli ascensori del Santo Stefano, rimasti bloccati per giorni con pesanti disagi per i trasferimenti o i movimenti dei pazienti da un piano all’altro.

La situazione è tornata gradualmente alla normalità agli inizi della settimana successiva a quella del disastro. Danni anche al pronto soccorso, invaso dall’acqua e costretto per tre giorni a non ricevere le ambulanze inviate dal 118, dirottate negli altri ospedali. La vasca realizzata propedeutica alla costruzione della nuova palazzina del Santo Stefano che porterà altri 110 posti letto, copre una superficie di 20mila metri quadrati e può contenere fino a un massimo di 25mila metri cubi. Può.

Silvia Bini