
Prato, l'Ostensione della Sacra Cintola (Attalmi)
Prato, 30 marzo 2025 - A Prato ostensione straordinaria della Sacra Cintola. Il vescovo Giovanni Nerbini ha officiato l’antico rito, mostrando la reliquia simbolo di Prato dal pulpito della cattedrale ha detto: «Chiediamo a Maria di aiutarci ad essere autentici e creativi, ricchi ma non chiusi nel passato proiettati invece verso il futuro».
L’ultima ostensione straordinaria della Sacra Cintola è stata officiata cinque anni fa, il 19 marzo 2020, in piena pandemia, per affidare la città di Prato a Maria in un periodo così difficile e incerto. Oggi la preziosa reliquia simbolo civile e religioso della comunità pratese, è stata mostrata in occasione del Capodanno dell’Annunciazione, la festa istituita dal Consiglio regionale per commemorare il tradizionale Capodanno toscano, che fino al 1749 cadeva il 25 marzo in concomitanza con la festa dell’Annunciazione, a nove mesi dal giorno di Natale. Come vuole il secolare rito, la Sacra Cintola è stata esposta alla venerazione dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini per tre volte dal pulpito realizzato da Donatello sulla facciata esterna della cattedrale e per tre volte dal balcone interno, detto del Ghirlandaio. Ogni volta che la reliquia mariana viene estratta dallo scrigno posto sotto l’altare della Cappella a lei dedicata, deve essere redatto un documento alla presenza di alcuni testimoni.
Per questa occasione erano presenti la sindaca Ilaria Bugetti, il presidente della Regione Eugenio Giani, la presidente del Comitato regionale per le rievocazioni storiche della Toscana Roberta Benini, Tiziana Giagnoni, rappresentante del Comitato storico dei Gruppi di rievocazione della provincia di Prato, e Bertilla Venco, storica volontaria del Centro di Aiuto alla Vita di Prato, che nell’Annunciazione e nel sì di Maria alla vita, ha la propria patrona. In piazza Duomo, con lo sguardo rivolto verso il pulpito di Donatello, i mille figuranti che hanno partecipato al Corteggio dei gruppi di rievocazione storica provenienti da tutti la Toscana. Lungo le strade del centro storico sono stati tanti i pratesi che hanno partecipato alla manifestazione..«Attraverso questa ostensione straordinaria del sacro cingolo chiediamo a Maria, che rappresenta la scintilla iniziale, – ha detto il vescovo Giovanni Nerbini sul sagrato della cattedrale prima di officiare il rito – di aiutarci ad essere autentici e creativi, ricchi ma non chiusi nel passato proiettati invece verso il futuro. A lei che ha condiviso con il figlio l’amore per i fratelli, i piccoli, i poveri chiediamo di ispirarci sentimenti di giustizia; da lei regina della pace vogliamo assumere e gettare nei nostri gesti e parole semi di mitezza, tolleranza, accoglienza e di pace. Otto secoli fa san Francesco compì un gesto rivoluzionario: attraversò la trincea dove si combatteva per incontrare non un nemico ma un fratello. Maria ci ispiri ogni giorno questi piccoli gesti che possano edificare ovunque relazioni fraterne». Sottolineando come l’esperienza cristiana abbia influenzato e arricchito ogni aspetto della vita dell’uomo, monsignor Nerbini ha ricordato che qualche anno fa la comunità europea, «in un rigurgito di ambiguo e vuoto egualitarismo, aveva deciso e tentato di azzerare alcune date di questa storia bimillenaria ribattezzando il Natale: la festa d’inverno. Il fatto poi rientrato ci dice il rischio che tutte la nostra cultura con le sue ricorrenze, la nostra intera identità e storia possano diventare un contenitore vuoto senza più valori, senza un’anima, senza collante, privo di senso e di significati che continuino ad ispirare». La Sacra Cintola è custodita a Prato da oltre otto secoli e ha attraversato tutti i principali avvenimenti storici della città. Secondo la tradizione fu consegnata da Maria all’apostolo Tommaso al momento della sua Assunzione in cielo. Nel tempo la reliquia è stata consegnata a un sacerdote, i cui discendenti se la tramandarono fino a che un mercante pratese di nome Michele, in pellegrinaggio a Gerusalemme, si innamorò di Maria, discendente di quella famiglia. Quando i due si sposarono, Michele ebbe in dono la Sacra Cintola e la portò con sé a Prato intorno al 1141. In punto di morte il mercante la donò al proposto della pieve di Santo Stefano, oggi cattedrale. La Sacra Cintola, o Sacro Cingolo, è una striscia di lana finissima, broccata in fili d’oro. Ed è paradigmatico che il simbolo della città del tessile sia proprio un manufatto tessile. La reliquia appartiene ai pratesi e la sua proprietà condivisa è simboleggiata dal possesso delle tre chiavi necessarie per aprire lo scrigno che la contiene. Due sono di proprietà del Comune e una è della Diocesi. Ogni anno viene mostrata in pubblico cinque volte l’anno: Natale, Pasqua, primo maggio, 15 agosto e al termine del Corteggio Storico dell'8 settembre, giorno della Natività di Maria.
Maurizio Costanzo