Prato, 9 marzo 2020 - E' rientrata la protesta al carcere di Prato da parte dei detenuti, su quell'onda lunga delle proteste in vari istituti penitenziari in Italia. Ci sono state fiamme in alcune celle a Prato. Piccoli roghi che hanno visto l'intervento dei vigili del fuoco insieme a carabinieri e polizia. Le forze dell'ordine hanno circondato l'istituto di pena.
Tutto per il divieto ai familiari di entrare in carcere per i colloqui settimanali, misura nell'ambito del decreto governativo per contenere il coronavirus. Dall'esterno del carcere si sentono delle grida e degli slogan lanciati dai carcerati (In aggiornamento). Tra le urla che si sentono all'esterno quelli di «indulto» e «libertà». La protesta era cominciata in mattinata, in una sezione. Quando la rivolta sembrava essere stata circoscritta, invece si è estesa ad altre zone del carcere, arrivando a coinvolgere almeno due sezioni. Nel carcere di Prato ci sono circa 600 detenuti.
Secondo quanto ha riferito il prefetto di Prato Rosalba Scialla, che sta seguendo la situazione in costante contatto con il direttore del penitenziario e con il questore, i disordini non coinvolgerebbero tutti i detenuti ma solo il settore con detenuti di media sicurezza. Un gruppo, sempre secondo quanto si apprende dal prefetto, avrebbe cercato di sfondare un cancello.
A quanto risulta, sarebbe iniziata una trattativa con dirigenti della Polizia penitenziaria e della Polizia di Stato, e reclusi che stanno protestando, affinché tutti rientrino nelle celle. Secondo quanto appreso, gli incendi e i principi di roghi nelle celle sono stati domati, e non risultano, al momento, feriti.
Intanto, dall'esterno si è sentito più volte un forte rumore di tazze, contenitori ed altri oggetti che vengono battuti sulle sbarre delle celle dai detenuti mentre urlano la parola 'Libertà, libertà'. Su un lato del carcere è possibile notare sulle pareti esterne i segni del fumo e della fuliggine causati dagli incendi. Oltre allo schieramento di decine di poliziotti e carabinieri nelle vie esterne alla struttura, un elicottero delle forze dell'ordine ha sorvolato più volte il penitenziario a bassa quota. Intorno alle 17 la situazione è tornata alla calma. Dopo una trattativa con un dirigente della polizia e con alcuni uomini del personale di polizia penitenziaria la maggior parte dei carcerati ha smesso di protestare. Non ci sarebbero feriti.
"La situazione è tornata al momento sotto controllo, anche se siamo costretti a monitorare costantemente il carcere perché temiamo che in queste ore difficili ci possa essere un ritorno alla protesta". E' quanto spiega dall'interno della casa circondariale di Prato Dogaia il direttore Vincenzo Tedeschi.