Prato, 5 novembre 2024 – Niente chat di classe, niente telefonini. La dirigente del comprensivo Marco Polo, Giuliana Pirone, ha le idee chiare in fatto di tecnologia e scuola. I suoi studenti devono parlare e confrontarsi, i mezzi consoni alla vita scolastica sono il dialogo e l’interazione tra giovani, quindi niente comunicazioni filtrate da uno schermo. E anche sulle chat di classe vige un divieto: per comunicare si utilizza il registro elettronico niente escamotage. Il motivo è semplice, anche le chat, da strumento utile possono trasformarsi in luoghi di discussioni, malintesi, e nei casi più gravi anche veicolo di bullismo, quindi la preside ha dato indicazioni agli studenti e agli insegnanti di non creare chat di classe per le comunicazioni. Chiaramente se gli studenti nel loro privato organizzano un gruppo non è nelle facoltà della scuola vietarli, ma le regole scolastiche almeno durante le ore di insegnamento sono ferree.
“Ho intenzione di attivare corsi di teatro, scacchi, musica - spiega la dirigente Pirone - perché i bambini e i ragazzi abbiano modo di interagire, di capirsi anche con il linguaggio non verbale e crescere insieme. Le risorse ci sono e i docenti competenti anche. Ho sempre vietato l’uso dei cellulari a scuola perché impediscono di fare amicizie, ho visto bambini all’infanzia con profili TikTok personali, è un vero problema quindi all’ingresso di scuola, la mattina, gli studenti posano gli smartphone che poi riprendono solo a fine mattinata. Sono rigida sull’uso dei cellulari perché sono convinta che rappresentano un vero problema per le nuove generazioni, noi adulti, la scuola così come i genitori, abbiamo il dovere di insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma anche quanto la tecnologia rischi da risorsa di diventare un problema se utilizzata nel modo sbagliato”.
Un precedente c’era stato al Dagomari quando il professore di economia Marcello Contento, nel 2017 dette vita un esperimento con i propri alunni che decisero di chiudere i telefonini in una scatola per una intera settimana. In quel caso restando lontani dai cellulari anche fuori dall’orario scolastico. A sorpresa l’esperimento unico nel suo genere, fu un vero successo.