REDAZIONE PRATO

Prato tra crisi e violenze. Feroce guerra fra clan per controllare il distretto

Mafia delle grucce, capannoni irregolari, lavoratori sfruttati. E l’ombra della Cina. L’allarme del procuratore Tescaroli e l’appello al governo della sindaca Bugetti.

Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, ha indagini aperte sulla cosidetta «guerra delle grucce»

Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, ha indagini aperte sulla cosidetta «guerra delle grucce»

Il distretto pratese è sotto assedio tra crisi economica e due ’guerre’ che si combattono fianco a fianco: quella sotterranea fatta di capannoni irregolari a conduzione cinese, turni massacranti per lavoratori stranieri, salari da fame, contratti fantasma, e l’altra a colpi di agguati, incendi e faide internazionali per il controllo della logistica e del tessile.

Una doppia crisi che il distretto sta vivendo, compresso tra "un’escalation criminale" da giugno, come ha più volte sottolineato il procuratore di Prato Luca Tescaroli, ed un sistema produttivo basato su lavoro nero e sfruttamento. Una fotografia che sta emergendo con forza soprattutto dopo i recenti episodi, a partire dagli attentati incendiari ad aziende fra Prato e Campi Bisenzio e anche a Madrid e Parigi nell’ambito della cosiddetta "guerra delle grucce". Lotta tra ‘cartelli’ che vede coinvolti vari gruppi e che, per la prima volta, ha raggiunto anche Roma, dove lunedì sera in via Prenestina si è consumato il duplice omicidio in stile mafioso di due cinesi, Zhang Dayong, 53 anni, e della moglie Gong Xiaoqing, 38 anni. Per la procura antimafia di Roma, l’esecuzione porterebbe il marchio di una faida tra gruppi criminali cinesi: Dayong compariva tra gli imputati dell’inchiesta Chinatruck del 2018, condotta dalla Dda di Firenze. Intanto, oggi saranno eseguite le autopsie sui corpi delle due vittime. Gli inquirenti stanno facendo ulteriori verifiche proprio per analizzare possibili collegamenti tra questo efferato duplice omicidio e la faida tra bande cinesi per il controllo degli affari nel distretto pratese.

"Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine nel consegnare alla giustizia i responsabili di ciò che sta avvenendo – afferma la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti – Da parte mia rinnovo ancora una volta l’appello al governo affinché provveda a un rafforzamento strutturale delle forze dell’ordine, del personale impiegato in procura e in tribunale e di tutti gli enti statali. Abbiamo bisogno di innalzare il livello della questura e di sistemare palazzo di giustizia. A maggior ragione se siamo di fronte a organizzazioni mafiose. Da soli non possiamo farcela. Come abbiamo fatto in questi anni siamo a disposizione per collaborare anche oltre le nostre competenze, ma lo Stato deve fare la sua parte". E Bugetti pensa alle tante commissioni parlamentari sono tornate a Prato per capire il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e dell’illegalità economica. "Una volta tornati a Roma ci siano risposte concrete, altrimenti sono solo passerelle. All’inizio del mandato ho chiesto una dotazione straordinaria di ispettori del lavoro per effettuare controlli quotidiani – conclude–. Non ho avuto ancora una risposta". Una realtà insostenibile per un distretto che ha una sua identità sana da tutelare per il Made in Italy di qualità.

"C’è bisogno di contrastare un sistema criminale di produzione – afferma Juri Meneghetti, segretario generale Filctem Cgil Prato Pistoia – che si tira dietro tutto quello che gli è funzionale per girare come logistica e appendini, grucce. Per contrastarlo bisogna applicare la normativa esistente per quanto riguarda il settore moda, come per esempio la responsabilità in solido. Spero che tutte le commissioni parlamentari che sono state a Prato per confrontarsi sul problema dello sfruttamento e dell’illegalità possono portare dei risultati concreti a favore di un cambio di passo".

Sara Bessi