Prato, 6 dicembre 2019 - Un barcone al posto della capanna. Una famiglia di migranti al posto di Maria, Giuseppe e del bambinello. Sotto un mare in tempesta. Nel cielo, al posto delle stelle, ci sono le immagini di Liliana Segre, dei tre pompieri morti recentemente al Alessandria e del carabiniere ucciso a Roma. È il presepe che accoglie studenti, insegnanti e genitori della scuola Convenevole da Prato in via Primo maggio. Un allestimento che certo non passa inosservato e che raggiunge bene lo scopo di attratte attenzione e forse, vedremo, anche qualche critica.
Non ci sono Gesù né bue e asinello, ma migranti e simboli. L’idea è partita dal preside e da un’insegnate di sostegno, Carla Vinci, che ha deciso di realizzare la capanna non in maniera convenzionale, ma quasi provocatoria per attirare l’attenzione degli studenti ed invitarli ad una riflessione. «Meglio qualcosa che faccia riflettere e quindi crescere e maturare i nostri ragazzi come individui e cittadini - spiega il preside Marco Fedi, che da quest’anno ha assunto la guida della scuola media di via Primo Maggio - piuttosto che passare con indifferenza davanti a ciò che rischia di essere a volte una semplice e rituale decorazione natalizia. Questa iniziativa evidenzia come lo spirito cristiano della solidarietà, della condivisione e dell’accoglienza sposi perfettamente quello, analogo, sancito dalla nostra Costituzione, nella quale anche la scuola pubblica affonda le radici». A lanciare l’idea agli insegnanti era stato lo stesso preside che in vista del Natale aveva proposto di «attualizzare il messaggio del presepe». «La proposta è stata raccolta con originalità e sensibilità dalla docente Carla Vinci, che con i suoi alunni ha realizzato questo presepe certamente non convenzionale, dove i porti che per questa barca restano chiusi rappresentano le porte rimaste chiuse di fronte alla santa famiglia in cerca di alloggio».
Un primo risultato questo allestimento l’ha già ottenuto: essere motivo di riflessione e dibattito. Alcuni genitori hanno apprezzato, altri forse un po’ meno. «La volontà è quella di far riflettere sul tema dell’accoglienza, per capire se i ragazzi di oggi sono disposti ad accogliere o meno. E quale argomento migliore può essere sollevato durante il Natale se non questo?», domanda la professoressa Vinci. «I ragazzi quando entrano a scuola non passano semplicemente dal corridoio, ma restano colpiti da questa barca e dalle immagini che abbiamo deciso di proporre al posto delle classiche statuette. Il presepe, secondo il nostro punto di vista, deve andare oltre il messaggio cristiano, perché può essere veicolo di un messaggio di accoglienza ».
Nel presepe della Convenevole dove le porte a cui ha bussato una volta Gesù diventano porti a quali bussano oggi i migranti, ci sono anche personaggi protagonisti della cronaca recente. «Accanto al presepe gli insegnanti hanno voluto ricordare l’impegno di chi ha servito gli altri e la Costituzione anche a costo della propria vita e chi, come Liliana Segre, è testimone vivente di cosa possa accadere quando solidarietà, tolleranza, amicizia e collaborazione lasciano il passo all’egoismo, alla paura e all’odio», dice Fedi. Di certo questo presepe non passa inosservato: chiunque passa da qui si ferma a guardarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA