
Daniele Rossi, fotografo, appassionato della Calvana e dei suoi cavalli
Tre incontri con Pecci Books questa settimana. Il primo è domani alle 19 con la presentazione e la proiezione del documentario Gambatorta (durata 20 minuti) di Daniele Rossi a cura dell’associazione Salvaguardia e sviluppo della Calvana. E’ dedicato a un simbolo dei cavalli selvaggi presenti in Calvana: Gambatorta, perché aveva un arto fratturato e calcificato in una posizione molto innaturale. Solitamente i cavalli con una frattura di un arto anteriore vanno incontro alla morte, Gambatorta invece, quasi a voler fare da baluardo della particolarità di questi cavalli, della loro resistenza e della loro tenacia, ha convissuto per molti anni con questa menomazione ed è sopravvissuto a infezioni, malattie e soprattutto è scampato ai lupi. L’associazione della Calvana è stata fondata nel 2019 da un gruppo di appassionati del territorio: monitora gli equini, ultimi manutentori degli habitat rimasti, instaurando collaborazioni con le università, recuperando gli animali in difficoltà, organizzando pulizie (in particolare dei fili spinati), mantenendo le fonti di acqua così che i cavalli non debbano scendere di quota. Un lavoro molto impegnativo anche per la la tutela dei pascoli sommitali e degli habitat che stanno sparendo, una risorsa sia in ambito scientifico che turistico. L’associazione si sostiene con donazioni, raccolte fondi, vendita di gadget, attività di osservazione dei cavalli, escursioni guidate.
Giovedì alle 17.30 sarà la volta del volume "Andrea Granchi. L’immagine in movimento. Film e Opere 1966-2019", una sorta di testamento in cui l’artista fiorentino scomparso lo scorso dicembre ha ricomposto oltre 50 anni di studi e sperimentazioni legati al processo di evoluzione nella manipolazione dell’immagine. Interverranno Giacomo Granchi, musicista e responsabile dell’archivio paterno da cui provengono i materiali pubblicati nel libro, Giovanna dalla Chiesa, storica e critica d’arte, e Jennifer Malvezzi, storica dei media e docente all’università di Parma. Ci saranno anche brevi testimonianze di Luca Macchi, presidente della classe di pittura all’Accademia delle arti del disegno di Firenze, Giuseppe Andreani, ex direttore dell’Accademia, Gianni Pozzi, critico e docente di storia dell’arte contemporanea all’Accademia, dove anche Granchi ha insegnato, Mirella Branca, storica dell’arte, Massimo Becattini, film-maker e l’artista Ranato Ranaldi. Saranno inoltre proiettati due film di Andrea Granchi: Il giovane rottame del 1972 (durata 26 minuti) e Discorso teorico della pittura del 1974 (15 minuti). Modera l’incontro Stefano Pezzato, responsabile collezioni del Pecci.
Sabato alle 10.30 Giuliano Turone presenterà infine il suo "Crimini inconfessabili. Il ventennio dell’Antistato che ha voluto e coperto le stragi (1973-1993)" di Giuliano Turone, con la prefazione di Benedetta Tobagi, in dialogo con Roberto Platania. Turone è stato giudice istruttore a Milano, con Gherardo Colombo è stato il magistrato che ha scoperto il sistema P2 a partire dall’inchiesta sull’omicidio di Giorgio Ambrosoli. È stato tra i primi a indagare sulla presenza di Cosa nostra al Nord e, dopo l’uscita dalla magistratura, non ha smesso di esplorare piste, incrociando fonti primarie, atti giudiziari, testimonianze e documenti. Negli anni ’90 ha fatto parte del primo staff di magistrati della Procura nazionale antimafia. Ha collaborato con le Nazioni Unite, come pubblico ministero al Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia.