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Prato: mafia cinese alla sbarra, ma un cavillo ferma tutto

Prato: difetti nelle notifiche, il processo slitta al prossimo 23 settembre. A ben 38 dei 55 imputati (introvabili) viene contestato l’articolo 416 bis

Un momento delle perquisizioni durante l’inchiesta China Truck a Prato (Foto Attalmi)

Prato, 17 febbraio 2022 - E’ stato rinviato nel giorno della prima udienza per una serie di cavilli, quali difetti di notifiche agli imputati e l’accogliemento di istanze di legittimo impedimento presentate da alcuni avvocati difensori dei 55 imputati. Così l’atteso processo "alla mafia cinese" al tribunale di Prato è stato rinviato dal collegio giudicante al prossimo autunno. Si dovrà infatti attendere il 23 settembre perché il maxi processo, che vede alla sbarra 55 imputati - in gran parte cinesi ma ci sono anche 7 italiani - possa prendere il via. Difetti di notifica hanno riguardato un numero cospicuo di imputati, molti dei quali non avevano eletto domicilio presso il proprio legale. E’ stato quindi impossibile raggiungerli con la comunicazione dell’inizio del processo.

Le persone alla sbarra sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere anche di stampo mafioso, riciclaggio, traffico e spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, immigrazione clandestina, gioco d’azzardo e illeciti fiscali e tributari. Il processo è nato in seguito dall’inchiesta "China truck", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Firenze e condotta dalla Squadra mobile pratese. L’operazione culminò nel 2018 in una serie di arresti, provvedimenti poi annullati dal tribunale del Riesame che non ravvisò ci fossero elementi per l’accusa di associazione mafiosa. Tra gli arrestati anche Zhang Nai Zhong, imprenditore di 62 anni, ritenuto dall’accusa dall’accusa il "capo dei capi" dell’organizzazione cinese, descritto dal giudice per le indagini preliminari come "il padrino" e "l’uomo nero".

Dei 55 imputati rinviati a giudizio dal gup di Firenze l’estate scorsa, 38 sono chiamati a rispondere dell’articolo 416 bis, ovvero l’associazione di stampo mafioso. L’inchiesta, durata più di quattro anni, è nata da una guerra fra bande per il controllo del trasporto su gomma che dal distretto tessile di Prato partiva alla volta di tutta Europa e che poi ha portato alla luce una serie di reati che vanno dalle rapine al gioco d’azzardo, dall’estorsione alle minacce fino alla prostituzione.