PRATO
C’è fermento intorno alla gestione dei servizi pubblici. Non solo Multiutility con acceso dibattito trasversale (modello, diffusione sul territorio, piano industriale, investimenti da fare e con quali risorse). Ma si discute molto anche sul futuro dell’acqua in Toscana tra proroghe di gestione (a Publiacqua anche nel 2026 per l’Ato Toscana centro? E il socio Acea che destino avrà?), possibili aziende regionali (l’idea dell’assessora toscana Alessandra Nardini), tariffe da abbassare e modelli sul mercato. A Prato ha fatto rumore l’audizione in commissione Controllo del presidente di Estra, società gioiello nata qui, Francesco Macrì. E nel risiko dei servizi e degli impianti ha fatto irruzione anche un asso calato sul tavolo a sorpresa: il cogeneratore.
Estra è come la Torre di Pisa - ha spiegato Macrì davanti alla commissione presieduta da Gianni Cenni - "affonda le radici in Toscana ma si è sviluppata nel centro-sud Italia". Macrì ha presentato dati e prospettive: risultati molto positivi per ricavi, margine operativo lordo, patrimonializzazione: "Siamo solidi, possiamo mettere il pilota automatico, ma non lo facciamo e andiamo avanti". Ed ha messo sul tavolo un piano industriale per i prossimi cinque anni che vede Prato protagonista: "E’ prevista la realizzazione di un impianto di cogenerazione per efficienza energetica con un investimento da 114 milioni capace di scontare i costi di gas e energia rispettivamente del 10 % e del 27 %". Eccola la novità. Un impianto che riguarderebbe soprattutto il distretto tessile sempre alle prese con le oscillazioni di prezzi per energia elettrica e gas.
Il giorno dopo le parole di Macrì, da Alia nessun commento, ma nelle stanze degli uffici da poco rinnovati a Novoli a Firenze, si fa notare che l’investimento per Prato sta dentro il piano di Alia Multiutility.
Su date e tempi di realizzazione e soprattutto di come reperire le risorse economiche non ci sono tracce al momento. Sulla carta, nel piano di investimenti c’è questa voce. Qualcosa di più si sa su luogo e modalità di erogazione.
Il cogeneratore dovrebe essere realizzato all’interno dell’area Gida, la società di depurazione il cui 99 % appartiene ad Alia Multiutility, che ha sede a Baciacavallo con impianti anche al Calice e in Vallata.
Nei progetti si pensa di collegare l’impianto alle aziende sfruttando la rete fognaria (industriale) esistente. Confindustria Toscana Nord (che ha mantenuto un’azione di Gida proprio per partecipare direttamente a queste realizzazioni) è a conoscenza del progetto e aspetta di conoscere maggiori dettagli.
Intanto sul fronte Multiutility si fa nuovamente sentire Sinistra Italiana di Prato dopo il convegno di sabato scorso al Terminale.
"I sindaci e i consigli comunali, devono farsi carico di riaffrontare la genesi della multiutility, le modalità di reperimento dei finanziamenti, il perimetro d’azione e le modalità gestionali ed operative. La questione “borsa” deve essere definitivamente archiviata e conseguemente, tutta l’impalcatura costruita per il raggiungimento di quell’obiettivo va ridisegnata - si legge in un comunicato - E’ necessario rimodulare lo statuto della società: i sindaci e i consigli comunali devono riattribuirsi il compito di definire le scelte strategiche e incidere direttamente sulla governance aziendale, ridefinire il ruolo dei manager e del sistema delle deleghe". Per Sinistra Italiana è "indispensabile che le scelte siano indirizzate alla salvaguardia del patrimonio immobiliare, dei livelli occupazionali sia diretti che riferiti all’indotto, non puo essere smarrito il rapporto diretto con il territorio".
Per l’acqua "interessante in questo quadro potrebbe essere l’ipotesi avanzata dall’assessora regionale Monni sulla creazione di due società regionali che operano nel settore idrico, una di pura gestione e una per gli investimenti e gli impianti. Cosa ancor più complicata pare essere la gestione dei rifiuti. Alia multiutility ha predisposto un oneroso piano degli investimenti, già in parte compromesso". E ora "piena fiducia" nella sindaca Bugetti che guida il fronte dei Comuni-soci in attesa della nuova assemblea.
Luigi Caroppo