Il caso sollevato dall’agenzia britannica Reuters sugi audit (le ispezioni relative al rispetto di regole e diritti dei lavoratori) condotti dalle imprese committenti sulle imprese di fornitura nel settore moda continua a far rumore. A riportare chiarezza e a difendere l’operato del progetto Lavoro sicuro della Regione è Renzo Berti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana centro che risponde all’attacco della deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti e dell’ex assessore Aldo Milone.
"Il piano ‘Lavoro sicuro’ nei suoi 10 anni di attività ha consentito di ispezionare quasi 20.000 imprese a conduzione cinese, rilevando carenze molteplici", spiega Berti fornendo i numeri sul progetto criticato nei giorni scorsi da Forza Italia, "un progetto - sottolinea - che ha dimostrato efficacia nel territorio pratese". In particolare nel corso dei controlli a sorpresa sono stati scoperti 1752 dormitori e 520 cucine abusivi, 1938 casi di bombole a gas in sovrannumero, 1620 impianti elettrici non a norma, 2610 attrezzature non conformi, 2767 situazioni di carenza igienica. Irregolarità che hanno determinato "prescrizioni alle imprese carenti per 14.521 punti e sanzioni che al 30 giugno scorso hanno portato all’incasso di quasi 28 milioni di euro".
Il progetto prese il via dopo il tragico rogo della Teresa Moda, azienda a condizione cinese, nella quale persero la vita sette operai morti carbonizzati. "Quando il piano ha preso inizio, dopo la tragedia del 1 dicembre 2013, il rogo a Teresa Moda con sette vittime, ricorda ancora Berti, "nell’area pratese le imprese in regola per la sicurezza erano allora meno del 20%. Nel 2024, pur avendo esteso l’attività di controllo ad ogni ambito relativo alla sicurezza, sono risultate il 63,6%. Questi i dati essenziali di un progetto probabilmente unico nel panorama nazionale per efficacia e capacità di autofinanziamento. Da sempre è stata segnalata l’importanza di affiancare a questa preziosa attività, intensificandola come richiesto anche dalla sindaca di Prato, quella di controllo sullo sfruttamento della manodopera che, come dovrebbe essere arcinoto, esula dalla competenza delle Aziende sanitarie".
Il problema dei controlli è legato alle competenze: Asl e polizia municipale non hanno opportunità di intervento sui contratti di lavoro. Dopo un primo periodo in cui erano numerose le irregolarità sulle sicurezze con capannoni dormitorio, il fenomeno è diminuito, ma allo stesso tempo non sono diminuiti i casi di sfruttamento lavorativo sui quali però Asl e municipale non hanno competenze.
Si.Bi.