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Pronto soccorso, l’idea. Magazzini: "Un triage per indirizzare i pazienti alle Case della salute"

Il direttore del dipartimento ha parlato del progetto nell’incontro in Provincia con i cittadini. L’obiettivo: alleggerire la pressione e garantire le cure necessarie. San Paolo: a giorni l’aggiudicazione dei lavori.

Pronto soccorso, l’idea. Magazzini: "Un triage per indirizzare i pazienti alle Case della salute"

Si chiama ’triage out’ e potrebbe diventare una delle chiavi di volta per alleggerire ulteriormente la pressione sul pronto soccorso del Santo Stefano. Ma solo ed esclusivamente a condizione che il territorio sia adeguatamente potenziato con strutture socio sanitarie a breve distanza geografica dall’ospedale a cui i cittadini possano essere indirizzati per la presa in carico e la cura del problema di salute da cui sono affetti e che li ha spinti a rivolgersi impropriamente alla medicina d’urgenza. E’ questo il progetto a cui Simone Magazzini, direttore della Medicina d’Urgenza della Asl centro e responsabile del pronto soccorso pratese, sta lavorando insieme ai colleghi del Dipartimento della medicina generale che si occupa dei servizi sul territorio. "Un’idea che stiamo elaborando a partire dal tipo di accessi rilevati negli ultimi venti anni – spiega Magazzini durante il primo faccia a faccia con i cittadini per il ciclo ’Un sano confronto’ in occasione del primo decennale del nuovo presidio di Galciana – Da considerare che soltanto il 10% dei casi si possono definire effettivamente emergenze pure. I restanti sono utenti che rientrano nella cosiddetta accettazione e che cercano riposte di valutazioni cliniche e diagnostiche per le quali, però, fanno fatica a trovare risposte sul territorio". Con questa nuova formula di ’triage out’ in linea teorica significa che l’utente giudicato non affetto da patologie con carattere di effettiva urgenza viene indirizzato verso il canale giusto ed altre forme di assistenza che siano a portata di mano facilmente raggiungibili dallo stesso cittadino. Un’iniziativa che potrà essere attivata solamente se ci saranno strutture in grado di soddisfare le richieste sanitarie di quei pazienti il cui accesso al pronto soccorso è ritenuto inappropriato. Tale pratica al momento non è proponibile prima di tutto perché va potenziata la rete territoriale e poi perché vanno superati motivi di altro tipo, come istituzionali e legislativi. I numeri della tipologia di utenza, come riferiti da Magazzini, potenzialmente ambulatoriali sono pari a 44,4% a fronte dei pazienti instabili e potenzialmente evolutivi (più gravi) pari all’8,2%.

Sicuramente un aiuto nella direzione di un ’triage out’ sarà possibile in futuro quando saranno a disposizione strutture come le case della salute. Tra le sedi più vicine all’ospedale ci sarà il distretto di San Paolo, finanziato in parte coi fondi ex articolo 20 (edilizia sanitaria): per questa opera sono in corso le ultime ultime verifiche sull’azienda. L’aggiudicazione dei lavori, come detto in occasione della cerimonia del decennale dall’apertura del Santo Stefano, sarà entro la fine del mese.

Oltre all’affluenza, che dal 2010 è schizzata da 73mila ai 101.950 utenti del 2018 con una flessione nel periodo del covid e una linea di ripresa in quest’anno (dal 30 settembre 2022 al 30 settembre 2023 oltre 90mila), un’altra difficoltà per il pronto soccorso è lo spazio a disposizione. I 1200 metri quadrati hanno dimostrato di essere insufficienti, ma a tal proposito sono venute incontro varie riorganizzazioni negli anni, la prospettiva della palazzina Biancalani che consentirà di ampliare il pronto soccorso, aumentando il numero e il comfort delle postazioni visita, potenziando la diagnostica del Dea, migliorando il percorso di fast track ortopedico e il polo pediatrico.

Sara Bessi