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Prato, pronto soccorso caos. Vertice in prefettura I sindacati all’attacco: “No a compromessi”

Il Nursind accusa che il piano di sicurezza non è mai partito. “L’unica soluzione è il posto fisso di polizia. Il numero dedicato mai attivato, l’altra sera la pattuglia è intervenuta dopo 4 telefonate”

Le vetrate infrante sabato notte dal quindicenne esagitato

Le vetrate infrante sabato notte dal quindicenne esagitato

Prato, 24 settembre 2024 – Un incontro convocato in fretta e furia per cercare di trovare una soluzione all’annoso problema della sicurezza al pronto soccorso di Prato. E’ quello che è stato fissato per questa mattina alle 10 in prefettura dopo l’ennesimo episodio di violenza accaduto al pronto soccorso sabato notte quando un quindicenne di origini marocchine, imbottito di cocaina, ha messo a soqquadro i locali, rotto due vetrate, ferito una guardia della Sicuritalia e rapinato un anziano delle chiavi della macchina.

“Ci sono volute quattro chiamate al numero unico delle emergenze 112 e 40 minuti di attesa prima che arrivassero le pattuglie dei carabinieri – spiegano gli operatori che erano presenti sabato sera – Non doveva esserci un numero dedicato per il pronto soccorso in queste occasioni?”. Ieri la prefetta Michela La Iacona non ha voluto commentare quanto accaduto. Un’altra domanda che ieri si facevano in tanti è: perché il ragazzo, esagitato, è stato lasciato dalla polizia al pronto soccorso senza nessun controllo?

Il dito puntato – primi fra tutti dal sindacato degli infermieri, il Nursind – è contro il piano varato a fine agosto proprio in prefettura. In quell’occasione, alla presenza di tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, e del viceprefetto Arancio, fu garantito un maggiore passaggio delle forze dell’ordine del pronto soccorso e soprattutto un numero di telefono dedicato che facesse scattare subito l’intervento degli agenti in caso di richiesta.

"Alla prima occasione è andato tutto a ramengo”, dice amareggiato Claudio De Nisi, dirigente del Nursind. Il numero dedicato non è mai stato attivato e anche gli interventi non sono così rapidi come era stato prospettato.

Anche perché se la pattuglia è dall’altra parte della città, non può intervenire celermente. A volte le aggressioni sono questioni di attimi, come accaduto sabato quando il ragazzo ha preso il paletto all’ingresso del pronto soccorso scagliandolo contro le due vetrate andate in frantumi. Il sindacato chiede a gran voce da tempo che venga istituito di nuovo il posto di polizia h24.

Quello che esiste ora è interno all’ospedale e serve solo a raccogliere le denunce. Alle 20, fra l’altro, non c’è più nessuno. Il piano di fine agosto aveva dato una speranza che le cose potessero migliorare tanto che il Nursind aveva ritirato lo stato di agitazione accettando il piano “con riserva”.

“Sono state disattese tutte le proposte – ha attaccato Cesario – Ho scritto direttamente al ministro Piantedosi per chiedere che venga inviato il personale per il posto fisso di polizia nel pronto soccorso di una città pericolosa quale ha dimostrato di essere Prato”.

Il sindacato ha annunciato che, visto come sono andate le cose, non verranno accettate le proposte alternative al posto h24. “No a compromessi – ha concluso Cesario – La sicurezza dei lavoratori viene prima di tutto. Non si può avere paura di andare a lavorare”.

Intanto ieri al pronto soccorso i passaggi delle forze dell’ordine sono stati più assidui. Gli operatori sono ancora sotto choc e anche le guardie che si trovano all’ingresso. La direzione sanitaria avrebbe già annunciato di voler mettere una telecamere all’ingresso del pronto soccorso (per ora è solo nella sala di attesa) e di illuminare la zona in quanto è al buio. Miglioramenti che però non risolvono al situazione nel caso di un nuovo esagitato.

Laura Natoli