Prospettive Multiutility. Perini rilancia il colosso: "Borsa strumento utile ma non è l’obiettivo"

L’ex amministratore unico di Consiag (e attuale presidente di Publiacqua) partecipa al dibattito sul futuro della holding, vera novità nata a Prato "Siamo passati a città che operano mosse da un interesse collettivo".

Prospettive Multiutility. Perini rilancia il colosso: "Borsa strumento utile ma non è l’obiettivo"

L’ex amministratore unico di Consiag (e attuale presidente di Publiacqua) partecipa al dibattito sul futuro della holding, vera novità nata a Prato "Siamo passati a città che operano mosse da un interesse collettivo".

di Luigi Caroppo

PRATO

Nicola Perini, lei è stato uno dei massimi fautori del progetto Multiutility. Il 2024 doveva essere l’anno del decollo della nuova holding dei servizi pubblici. Invece sembra sia stato un anno caratterizzato da polemiche extra società. Che ne pensa?

"Che il progetto Multiutility sarebbe stato un cammino lungo era cosa scontata. Le ragioni della genesi sono note: uscire dalle contrapposizioni territoriali che avevano consentito a soggetti industriali esterni di diventare protagonisti nelle nostre città e condizionarne lo sviluppo del territorio, e attualizzare un sistema industriale per attrezzarlo alle sfide ed alle responsabilità. In altre parole, passare da territori ’contro’ a città che costruiscono ed operano in un nuovo interesse collettivo, un sistema industriale maturo che determina e perimetra la propria autonomia. Tutto questo da offrire alle altre provincie della nostra regione, e non solo, nell’unico obiettivo di rispondere all’interesse del tessuto economico e del cittadino toscano".

Percorso articolato quindi.

"Abbiamo accompagnato i nostri sindaci nel processo aggregativo, un primo step essenziale, storico e irreversibile. Il dibattito di questi giorni, naturale viatico per operare il necessario allargamento del perimetro, intreccia il progetto in una fase delicata".

Quindi che succederà?

"La Multiutility resta un progetto solido, che andrà avanti per permettere alla Toscana di recuperare i 20 anni di ritardo rispetto ad altre regioni sul tema dei servizi pubblici locali, nell’interesse della nostra collettività".

Sgombriamo il campo dagli equivoci, lei è stato sempre favorevole alla quotazione in Borsa per finanziare gli investimenti. È vero?

"La quotazione è stata da sempre l’unico motivo di divisione pubblica, specialmente quando essa è apparsa come l’obiettivo, ma in realtà è semplicemente uno strumento. Io ho posto sempre l’attenzione nel tradurre le volontà della proprietà, i sindaci, condividendo la costruzione di una proposta che contenesse larghe intese e validità economica ed industriale, con la quotazione in borsa che appunto rappresenta uno strumento, non l’obiettivo. Ma poco conta se gli amministratori sono favorevoli riguardo agli strumenti. Noi siamo chiamati a giudicarne la coerenza con gli obiettivi e con la tempistica impressa dalla proprietà. Viviamo un tempo caratterizzato da una sfida epocale, che possiamo tradurre nella ricerca di modelli capaci di determinare armonia tra i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica, ambientale. Mi convinco sempre più che non sia sufficiente copiare modelli esistenti di riferimento che, nel moltiplicarsi dei fortissimi interessi in campo, non sembrano aver coniugato l’efficienza con i diritti dei cittadini. Vi è la necessità, e l’enorme opportunità, di mettere al lavoro tutte le forze sociali, economiche e politiche capaci di configurare una prospettiva nuova utilizzando strumenti condivisi. In questo quadro, la borsa è strumento di amplificazione della capacità di debito per gli investimenti funzionali e mirati a obiettivi di autosufficienza necessaria al controllo della spesa. Sia chiaro, anche gli investimenti, patrimonio della proprietà, sono uno strumento, perché se si sbagliano o non si riescono a fare quelli utili non solo si falliscono gli obiettivi, ma si rende irrecuperabile la situazione".

Lei ha traghettato Consiag di cui era amministratore in Alia Multiutility. Sempre convinto della scelta?

"Non solo convinto, ma sinceramente orgoglioso. Ho memoria degli scettici e di coloro che combattevano l’idea con quella prosopopea che in realtà mal celava il tentativo del mantenimento di certi privilegi....".

Un efficace rapporto tra la politica e una holding dei servizi pubblici come dovrebbe manifestarsi?

"Auspico che la politica, nei contenuti della propria visione, tenga dentro il germe della partecipazione attiva che partendo da amministratori, lavoratori e soggetti intermedi, coinvolga anche i cittadini. Credo vadano anche in questa direzione le esperienze proposte di azionariato popolare".

Ora invece la politica sta accentuando la sua ingerenza?

"Io la traduco in presenza".

Lei è riuscito a convincere tanti sindaci che questa era la strada migliore per la gestione di acqua, energia e ambiente. Che garanzie gli ha dato per ottenere benefici per la collettività?

"Io avevo la responsabilità di proteggere e valorizzare il patrimonio pubblico che i Comuni, nel corso degli anni, avevano affidato a Consiag. L’aggregazione rappresentava un elemento di solidità patrimoniale e sociale, e il resto lo ha fatto il contesto sociale, economico e politico che stiamo vivendo. La nostra comunità ha bisogno di un sistema industriale che sia una risorsa importante nei momenti di difficoltà collettiva".

Il Comune di Pistoia con il sindaco Tomasi di centrodestra ha aderito convintamente alla Multiutility. È stato molto significativo. Non crede?

"Certo che lo è, ed è anche riprova di come una nuova classe dirigente sia più propensa ad agire da protagonista più che limitarsi a giudicare o isolarsi in una inutile, insignificante e presunta ragione. La Multiutility è un progetto trasversale che ha come obiettivi primari il benessere dei cittadini, la salvaguardia del patrimonio pubblico e la competitività della Toscana".

In ultimo un augurio per il definitivo decollo della Multiutility.

"Che si abbia il coraggio di osare in una prospettiva comune toscana, sfuggendo dalla logica della cittadinanza legata alla difesa dei confini comunali".