REDAZIONE PRATO

Protesta a Prato: lavoratori toscani uniti per dignità e stabilità lavorativa

Lavoratori e sindacalisti da tutta la Toscana si sono riuniti a Prato per chiedere dignità e stabilità lavorativa, sfidando le imposizioni di Assital e Federmeccanica.

. Nelle foto, dalla prima a. sinistra in senso orario: Gianluca Ingenito. , Gianluca Ficco,. Mirosh Korita e Stefano Angelini ieri al corteo a Prato

. Nelle foto, dalla prima a. sinistra in senso orario: Gianluca Ingenito. , Gianluca Ficco,. Mirosh Korita e Stefano Angelini ieri al corteo a Prato

"Perché, da Siena, siamo arrivati a manifestare a Prato? Perché ogni lavoratore può arrivare a trovarsi in una situazione come la nostra, è giusto farla conoscere. Dopo mesi di cassa integrazione, il contratto nazionale è l’unica arma che ci resta: è giusto lottare per noi, per le nostre famiglie e per chi lavora". David Poggialini, esponente della Fiom CGIL di Siena nonché uno dei rappresentanti dei metalmeccanici della Beko, conferma come la protesta di piazza delle Carceri abbia radunato in città numerosi lavoratori e sindacalisti provenienti da tutta la Toscana. Ogni lavoratore ha una storia da raccontare: la delegazione senese di Poggiali (ri)porta all’attenzione pubblica la delicata vertenza che li vede coinvolti e che rischia di lasciare a casa trecento lavoratori. Ma le parole d’ordine sono le stesse per tutti: "dignità", "sicurezza", "stabilità". "Non esistono e non devono esistere lavoratori di Serie A e lavoratori di Serie B. Una vertenza, quando è giusta, deve essere condivisa ed il diritto ad un lavoro dignitoso deve essere chiesto a prescindere dalla piazza – ha aggiunto Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena – siamo qui per difendere la dignità del lavoro". "Chiediamo stabilità, maggiori garanzie lavorative – le fa eco Gianluca Ingenito, operaio ed esponente Fiom Cgil – a Siena come a Prato, le dinamiche e le priorità sono le stesse". Numerosa anche la rappresentanza pratese. "Ci troviamo davanti a una classe imprenditoriale che si è a nostro avviso mostrata arrogante, in sede di trattative – il commento di Stefano Angelini segretario Fiom Firenze Prato Pistoia – qui a Prato sono stati ad esempio disdettati gli accordi territoriali che duravano da cinquant’anni. Sul piano nazionale, Assital e Federmeccanica hanno voluto imporre una loro piattaforma senza ascoltare le nostre richieste: inaccettabile". C’è poi chi si è concentrato sulla questione delle retribuzioni, ormai sempre più erose dal caro-vita. "Cosa chiediamo? Una giusta retribuzione, in primis. Abbiamo proposto una piattaforma e Federmeccanica ha fatto una controproposta ma molte aziende, soprattutto le più piccole, non hanno di fatto una contrattazione di secondo livello – ha dichiarato Mirosh Korita, esponente Fim Cisl e rappresentante Hitachi – quella che ci è stata prospetta è una formula peggiorativa: a farne le spese rischiano di essere i lavoratori". E c’è, ultimo ma non ultimo, un tema tornato d’attualità nei giorni scorsi dopo la tragedia al deposito Eni. "Rivendichiamo il diritto ad avere e a rivendicare il contratto, anche alla luce dell’evidente perdita di potere d’acquisto, e la realizzazionr di tutele importanti come una maggior sicurezza sui luoghi di lavoro – ha commentato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm – la tragedia avvenuta a Calenzano, proprio a pochi chilometri da qui, ci ricorda una volta di più quanto sia importante per migliorare sotto questo profilo. E poi c’è la riforma sull’orario di lavoro: una richiesta adeguata ai tempi ed alle innovazioni tecnologiche che devono portare a distribuire benefici anche fra chi lavora, riducendo orario a parità di salario".

g. f.