Publiacqua vale 345 milioni. Ma c’è l’incognita investimenti

Il presidente Nicola Perini ieri ascoltato dalla Commissione consiliare Controllo presenta analisi e dati "Ora non sarebbe possibile Bilancino". E apre all’ipotesi dell’agenzia regionale per non intaccare le tariffe .

Publiacqua vale 345 milioni. Ma c’è l’incognita investimenti

Il Cfo di Publiacqua Mirko Neri e il presidente Nicola Perini ieri a palazzo comunale

Ha giocato di rimessa rimanendo ancorato ai numeri e alle analisi della realtà odierna senza andare molto oltre. Si è fermato al 2025 (data di scadenza della concessione idrica per l’Ato Toscana Centro) e non si è spinto molto verso il 2031 (possibile allineamento di tutte le concessioni di gestione dei servizi idrici in Toscana) facendo solo un accenno sulle voci circolate.

Nicola Perini ha messo in atto una strategia ’attendista’, frenando la solita dialettica franca. Nonostante l’emozione e il piacere di essere nella sala del consiglio comunale di Prato, come ha detto (è stato amministratore unico di Consiag prima della fusione per incorporazione in Alia Multiutility), l’audizione in Commissione Controllo, presieduta da Gianni Cenni, è filata via abbastanza liscia senza acuti particolari. Perini ha accennato solo all’ipotesi che si possa realizzare un’agenzia regionale per operare grandi investimenti per migliorare le infrastrutture idriche. Perché adesso le risorse per maxi strutture di alta tecnologia "non sono a disposizione se non si vuole intaccare la tariffa e quindi gravare sulle famiglie, imprese e agricoltura". Ed ha fatto un esempio chiaro e lampante: "Adesso un investimento come quello sostenuto per realizzare Bilancino non saremo in grado di sostenerlo ...". Si è parlato molto in queste settimane da fonti autorevoli Pd (assessora Alessandra Nardini e assessora Monia Monni) di creare strutture societarie extra Multiutility (la holding di acqua appunto, rifiuti e ambiente). Nardini portabandiera del territorio pisano, ha guardato alla tutela del bene comune e alla società Acque ("Sono assolutamente favorevole al percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, in particolare per quanto riguarda l’azienda del mio territorio, Acque SpA"), Monni si è messa di traverso all’evoluzione della Multiutility ed ha ipotizzato una società pubblica per gli investimenti idrici; investimenti che stanno a cuore proprio ad Acea, socio ’privato’ con Suez (multinazionale francese) per il 40 per cento di Publiacqua.

"Sul riallinamento al 2031 non è stato avviato nessun procedimento amministrativo - ha sottolineato Perini - non ho notizie di ipotesi di questa natura. Credo che sia necessario per i Comuni prendersi qualche mese per riflettere". E poi ha evidenziato, ricordando che Prato è stato Comune protagonista per la nascita della Multiutility, che "non si può imporre nulla" perché la "potestà è legata alla volontà dei sindaci, soci di Publiacqua che si rivolgono a Ait" (Autorità idrica toscana). Ed ha ricordato le tre strade davanti. Si mette a gara il servizio, si punta ad una gestione mista o si dà un affidamento diretto ad un’azienda pubblica. "La proposta dei sindaci viene valutata da Ait in base a qualità ed efficienza".

Al momento Publiacqua è ferma alla scadenza 2025 quando termina il periodo per attuare la gara di affidamento del servizio idrico (scade a fine 2024). E’prevista la gestione mista con il 70 per cento in mano pubblica e il 30 privata (per incidere nello sviluppo tecnologico e nelle attività operatrive). Adesso Publiacqua, ha ricordato Perini, ha due sfide davanti oltre ai compiti tradizionali (potabilizzazione e distribuzione; gestione reflui e depurazione): il riuso della materia idrica specialmente per uso agricolo e capire a chi spettano "gli oneri nel processo di riuso". In ultimo Perini (accompagnato dal Cfo Mirko Neri e da Matteo Colombi, responsabile relazione esterne) ha snocciolato dati interessanti: "Il valore della società secondo Ait è di 345 milioni e quindi Acea dovrebe essere liquidata per il 40 per cento del valore" secondo quanto stabilito (ipotesi accantonata quanto meno per tutto il 2025); l’ultimo utile ammonta a 25 milioni, il Mol (margine operativo lordo) è in oscillazione: 166 milioni nel ’22, 178 milioni nel ’23, 150 nel ’24. "Il mio obiettivo? Fare gli interessi della società" ha concluso Perini.

Luigi Caroppo