La parola inclusività è molto usata ma in alcuni casi è soltanto una bella parola. Cosa possiamo fare concretamente per realizzare l’inclusività a livello sportivo? Per fortuna a Carmignano è possibile trovare strutture adatte a persone con disabilità, ad esempio c’è un campo da padel che organizza tornei dove anche le persone con e senza disabilità possono giocare e divertirsi insieme.
Ma come funziona questa attività? Ci sono un totale di squadre composte da una persona con disabilita e una senza. Questo approccio innovativo non serve solo a promuovere il messaggio dell’inclusività ma anche poter mostrare la potenza del lavoro di squadra.
Oltre a questi c’è una scuola di danza dove poter apprendere tutte le tipologie ma con un occhio attento al bullismo, al cyber bullismo e al body shaming attraverso campagne di sensibilizzazione e spettacoli a tema.
Abbiamo fatto un’intervista al maestro Andrea Stobbia, insegnante di arti marziali, ballo e personal trainer, che ha una sua associazione sportiva ed esperienza pluriennale in ambito sportivo e con la disabilità.
Le è mai capitato di insegnare la sua disciplina a ragazzi e ragazze con disabilità o disagio? "Certo, ho iniziato a collaborare con associazioni che si occupano di ragazzi diversamente abili quando avevo 16 anni e negli anni non ho mai smesso di fare qualcosa con loro".
Secondo lei lo sport è l’inclusione? "Lo sport deve essere inclusione e adattarsi ad ogni situazione nei limiti del possibile e del pratico".
E’ importante fare praticare uno sport ai ragazzi? Perché? "Fondamentale direi, per tanti motivi. Il primo di tipo motori: il bambino sviluppa in maniera armoniosa tutti quelli schemi motori di base fondamentali sia per la pratica stessa dello sport sia per essere degli adulti più “sani”. Il secondo di tipo educativo: trasmettere quei valori essenziali per una convivenza proficua in palestra ma anche, e soprattutto, fuori da essa. E il terzo di tipo psicologico: rendere i bambini più resilienti e quindi allenarli il più possibile a non cedere ai colpi della vita".
Quali sono i valori che trasmette ai suoi allievi? "Rispetto e ducazione in ogni sua forma, impegno e sacrificio per raggiungere i propri obiettivi, uguaglianza. Vorrei che i miei allievi fossero e/o diventassero persone che “curano” questo mondo malato. Mi definisco un educatore più che un insegnante di una certa disciplina".