Quante strade, infrastrutture e investimenti potevano mettere in cantiere in un anno i comuni toscani con 54 milioni di euro? Una cifra importante per le casse delle amministrazioni colpite dal Covid. E che invece è finita fuori regione. Questi numeri fanno riferimento al solo 2019, ultimo anno ante-pandemia, e raccontano di quanto accade all’interno delle società partecipate toscane dei servizi idrici, ambientali ed energetici (distribuzione del gas, non di vendita). I soci privati nel 2019 hanno portato fuori dalla Toscana 54 milioni di dividendi, a fronte dei 78 milioni distribuiti ai soci pubblici (i Comuni). Entrando nel dettaglio dei dati, notiamo come le fonti di business sul fronte dei servizi pubblici siano solo due: acqua ed energia, mentre la gestione dei rifiuti non porta dividendi (anzi spesso il rischio è di andare in perdita, dovendo chiedere un riequilibrio dei costi ai Comuni).
Il servizio idrico in Toscana nel 2019 ha portato alla distribuzione di 45 milioni di dividendi: 27 milioni sono rimasti in mano pubblica, i restanti 18 sono andati fuori regione (a fare la parte del leone è soprattutto Roma grazie alle importanti quote di partecipazione in possesso da parte di Acea). Sul servizio energetico, i dividendi distribuiti ai Comuni soci nel 2019 sono stati di 51 milioni, mentre a quelli privati sono andati 35 milioni (in buona parte direzione Torino grazie alle partecipazioni di Italgas all’interno di Toscana Energia).
"Leggendo questi numeri si capisce l’importanza per il territorio dell’area metropolitana e per tutta la Toscana di dare vita alla multiutility dei servizi pubblici – commenta Nicola Perini, amministratore unico di Consiag – . Aggregando Alia, Estra e Publiacqua la Toscana potrebbe contare sulla quinta multiutility italiana per fatturato, con una diversificazione del portafoglio di servizi in linea con gli altri principali operatori italiani". Mettendo insieme Estra, Publiacqua e Alia si arriverebbe a 1,6 miliardi di ricavi, dietro solo ad Acea, Iren, A2a e Hera. Ma se l’aggregazione si estendesse a tutta la Toscana e alle regioni limitrofe Marche e Umbria, il fatturato salirebbe a 4 miliardi trasformando la new-co dell’Italia centrale nel terzo player nazionale.
"Siamo di fronte anche a una questione di prospettive per il futuro delle aziende pubbliche del territorio – conclude Perini –. Unire Alia, Estra e Publiacqua garantirebbe in 5 anni di aumentare nettamente i ricavi e di ridurre i costi di gestione, l’evasione, fidelizzare la clientela e assicurarsi maggior credito dalle banche. Denaro che si potrebbe trasformare in investimenti per i territori e nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini".
Stefano De Biase