Un fiume di denaro che si volatilizza nel nulla. "Milioni di euro che spariscono, che non vengono reinvestiti nel territorio ma che viaggiano attraverso le società cartiere verso la Cina. O nelle ’vecchie’ valigette. I money transfer non esistono più, o almeno quelli in Italia". Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Prato, Massimo Licciardello, traccia il bilancio dell’attività e riflette sulla realtà pratese nel giorno della festa per il 248° anniversario dalla fondazione del Corpo. L’attività del comando provinciale è concentrata sull’analisi della miriade di aziende, soprattutto straniere (o meglio cinesi) del Macrolotto. "E’ il core business della nostro lavoro – sottolinea Licciardello – Tutti meritano attenzione ma la realtà di Prato è complessa. E’ una città di 200.000 abitanti, oltre ai clandestini, con un distretto industriale, il Macrolotto, vivace e complicato allo stesso tempo dove convivono realtà sane e oneste e situazioni fuori controllo. Queste ultime rappresentano un sistema difficile da abbattere nonostante le tante indagini svolte". Licciardello si riferisce alla battaglia contro l’illegalità diffusa nel distretto parallelo, nelle migliaia di confezioni a conduzione cinese che aggirano le regole per realizzare prodotti sottocosto, creando concorrenza sleale. "Ora la nostra attenzione è rivolta soprattutto all’approvvigionamento delle materie prime – prosegue – la fase iniziale della catena dell’illegalità. Alle materie prime importate dalla Cina in modo illecito segue una raffica di altri reati come evasione fiscale, contraffazione, sfruttamento del lavoro feroce. E’ un sistema che si autoalimenta con merce a basso costo e soldi, tanti, che se ne vanno altrove creando non pochi problemi sul territorio".
Quella della gestione delle ditte orientali è – secondo Licciardello – una realtà su cui è complicato incidere. Con gli escamotage delle ditte "apri e chiudi", capaci in un paio di anni di sparire agli occhi del fisco, e il ricorso a prestanome, è difficile arrivare a colpire i veri responsabili nonostante gli sforzi profusi dal Corpo. "Servirebbero maggiori investimenti – spiega – Siamo uno dei pochi comandi che hanno solo due corpi, l’economico finanziario impegnato nelle indagini spesso su delega dell’autorità giudiziaria e il gruppo territoriale di pronto intervento che svolge attività ordinaria. Nonostante questo abbiamo ottenuto risultati importanti con ingenti sequestri di tessuti e contrasto al fenomeno delle ditte fantasma (di recente ne sono state individuate un’ottantina, ndr)". Un’attività che in parte è stata bloccata a inizio 2021 a causa della gestione della pandemia. "Abbiamo svolto mansioni di controllo del territorio e sicurezza che non sarebbero di nostra stretta competenza", ha spiegato Licciardello riferendosi al lockdown e ai controlli dei green pass. Ma la battaglia più importante resta quella al modo di fare impresa senza regole, di intercettare i vasti patrimoni che spariscono all’estero. "Le merci vengono importate in Italia attraverso società cartiere che si trovano in Europa, le stesse attraverso le quali i grandi capitali si volatilizzano nel nulla".
Laura Natoli