
Quel sogno di Giacobbe La favola lirica è realtà
Come fu per l’Arca di Noè del 2016, anche questa volta lo spazio scenico è destinato a una grande chiesa per il suo valore di luogo della comunità, quella di San Domenico. A questo grande evento partecipano gli studenti della Scuola Verdi, delle Scuole medie a indirizzo musicale e del Liceo musicale Cicognini-Rodari, uniti nell’Orchestra Prato Sinfonietta, il Coro giovanile della Scuola Verdi, il Coro giovanile Euphonios, i bambini della Scuola primaria Meucci con le loro maestre, Il Coro Città di Prato (che unisce il Coro degli adulti della Verdi e il Coro Pratolirica). Al culmine del racconto drammatico, anche il pubblico è chiamato a partecipare unendosi al canto. Alla guida di musicisti e cantori ci saranno Jonathan Webb per la parte musicale e Edoardo Donatini per la regia. Di Chiara Lanzillotta l’ideazione dei costumi, di Massimo Galardini il disegno delle luci e di Redfish per le scenografie digitali. L’interprete protagonista sarà il baritono Mauro Borgion: darà voce e la presenza scenica a Giacobbe. Al suo fianco, l’Arcangelo affidato al controtenore Antonio Giovannini; Isacco al basso-baritono Federico Sacchi; sua moglie Rebecca al mezzosoprano Gabriella Sborgi; i ruoli di Esaù e Rachele alle voci giovani di Giacomo Nanni e Sophie Gallagher. L’autore delle musiche è John Barber, compositore di Bristol. La sua musica versatile, ritmica e intensamente drammatica è stata eseguita da alcuni dei principali teatri d’Europa. Ha scritto molte opere e pezzi vocali che coinvolgono spesso musicisti non professionisti di tutte le età. Il soggetto è tratto dalla Genesi: la storia di Giacobbe e della sua visione in sogno della scala degli angeli, declinata attraverso una narrazione popolare ebraica, riportata da Elie Wiesel.
Gli angeli, tornando in Paradiso, si dimenticano la scala e la lasciano all’umanità. Quella scala è il canto, la musica, il tramite tra la terra e il Cielo. La scrittrice che ha lavorato assieme a John Barber e a Jonathan Webb alla definizione del programma e alla stesura del libretto è Hazel Gould. La lingua del testo è l’inglese che è oggi ciò che l’italiano fu nel Seicento, nel Settecento e in buona parte dell’Ottocento: idioma della musica e lingua condivisa della parola cantata e del teatro musicale. Quattro le recite: sabato 27 e domenica 28 maggio, alle 18 e alle 21. Biglietti 15 euro, prevendite già aperte al Metastasio.