La questione dello sfruttamento sui luoghi di lavoro entra di prepotenza anche nella battaglia sindacale per riallacciare una trattativa sugli accordi territoriali del settore metalmeccanico. "Associazioni sindacali, datoriali e istituzioni possono contribuire a combattere l’illegalità favorendo la tenuta del territorio: mantenere corrette relazioni istituzionali, sindacali e negoziali è fondamentale. Come sindacato dei metalmeccanici, che ogni giorno incontra i lavoratori nelle aziende del territorio, crediamo che per contenere il disagio sociale serva innanzitutto mettere le persone nella condizione di vivere con dignità del proprio lavoro". Lo afferma la Fiom Cigl di Prato ricordando che "Confindustria Toscana Nord ha deciso di dare disdetta dal 2025 agli accordi integrativi territoriali vigenti da 50 anni: la riteniamo una scelta pericolosa e controproducente proprio per gli obiettivi di tenuta sociale".
Certo la disdetta degli accordi territoriali del settore metalmeccanico riguardo il pagamento della quattordicesima mensilità, non ha niente a che vedere con lo sfruttamento sui luoghi di lavoro, ma il presupposto dal quale parte il sindacato è sottolineare che un clima di intesa, e di relazioni distese di sicuro favorisce il benessere dei lavoratori tanto che proprio la Fiom nella nota inviata ieri, ha ricordato le dichiarazioni del procuratore pratese, Luca Tescaroli, circa la "complessità e pericolosità criminale non del tutto note" che "ci mettono in guardia rispetto a un problema reale riscontrato a Prato, nel distretto della moda in particolare, che favorisce dinamiche di sfruttamento del lavoro".
Quindi, conclude la nota, il sindacato chiede "con forza di riaprire il confronto perché istituzioni, Confindustria e tutti i corpi intermedi maggiormente rappresentativi del territorio lavorino insieme per uscire da una situazione che crea forte preoccupazione. Dialogo e non chiusura. Collaborazione e non scelte unilaterali. Per il bene dei lavoratori e delle imprese di Prato".
Clima di dialogo per battere illegalità e sfruttamento: parte anche da qui la lotta a chi opera senza rispettare le regole. In soldoni il concetto espresso dalla Cgil.
L’associazione degli industriali, in data 15 luglio, infatti ha comunicato la disdetta a partire dal 1 gennaio 2025 degli accordi territoriali raggiunti attraverso una contrattazione collettiva datata 1974, in cui è prevista la 14esima. Una rottura che aveva portato, a proclamare anche uno sciopero di 8 ore in tutta la provincia.
"È un atto unilaterale che, ad oggi, le imprese non intendono rivedere e che crea un precedente fallimentare per tutti: aziende virtuose, operanti nella legalità e associate alla principale organizzazione datoriale del Paese, indeboliscono il potere d’acquisto delle famiglie con fragili motivazioni. Non è accettabile", scrive la Fiom pratese che si chiede "perché le aziende continuano a negare un confronto che ha proprio l’obiettivo di rimarcare la distanza tra un modello di economia dello sfruttamento e uno di legalità e responsabilità che non metta in discussione diritti acquisiti e salario delle persone".
Silvia Bini